Lizz Wright - Old Man

Pubblicato il 16-11-2024

di Gianni Giletti

Mentre macini musica da Spotify e intanto fai cose, scrivi, parli con, pensi… ecco che improvvisamente, risuona al tuo orecchio una melodia nota, ma diversa dal solito, non riesci a centrarla. Sollevi la testa da quello che stai facendo e ti fiondi a vedere chi ti ha interrotto.
È il mio sistema di ascolto della musica: è come avere una sveglia sull’hard disk del cervello.
Quando si attiva – tac – tu ti accorgi che qualcosa che come minimo non ti dispiace sta suonando e pure bene.
Poi lo riconosci: un brano di Neil Young, ma non è lui a cantarlo. Allora ti fermi e ascolti, le cover sono sempre state la mia passione.
Lei è una cantante jazz, voce con una personalità piuttosto definita e scura, che mi ingrifa. Anche l’arrangiamento è particolare, sembra un banjo quello che conduce le danze e martella lo stesso accordo da mane a sera, con tutta una serie di strumenti che entrano e escono a seconda del momento. Belli in particolare i power chords, usciti da una chitarra lievemente distorta, i tom scuri che si adattano alla voce della cantante, quello che sembra un’elettrica che riempie i vuoti con note lunghe e tirate.
Scura (l’ho già detto??).

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Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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