Certo che produrre una roba così nel 2020 sembra un po’ anacronistico.
Ok, non è che da Barry Gibb – 260 milioni di dischi con i Bee Gees - puoi aspettarti la trance o dell’hip hop fresco di giornata, però accorgersi che magari siamo nel XXI secolo, anche musicalmente, poteva starci.
E invece no, per fortuna!!!
Ballatona straromantica, con tutti i crismi e carismi del settore, a partire dall’hammond che crea dal nulla il suo sapiente pad, portando quindi sopra di sé tutti gli altri strumenti.
Ma poi non è finita lì: voce sofferta – le pene d’amore sono terribili - pianoforte largo, che non dia fastidio, ma sottolinei, batteria che prima tocchetta appena sul charleston, ma che poi si fa sentire in tutta la sua potenza, quando le cose si fanno serie.
E che dire della chitarrina, che emula quasi una steel guitar, tanto dolciastro è il suo timbro. Ma non può mancare ovviamente, se no come facciamo capire che stiamo piangendo!!
Pause, silenzi e solos d’ordinanza… Beh non state piangendo??
Ahahahaha, sì, dal ridere!!!!!
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