Tripla
Pubblicato il 20-04-2025
FABRIZIO DE ANDRÈ – VERDI PASCOLI
Brano poco noto di Faber, in quel disco spettacolare che ha la copertina dell’indiano. Canzone curiosa, un mezzo reggae, con coretti da trio Lescano, un assolo di batteria un po’ baravantano, testo che ti spiazza perché non consueto, ma la zampata del leone la riconosci subito. Anche con un brano così lui così fa poesia. Divertente
CHRIS ROBLEY – TRUER THAN THEM ALL
Un minuto e trentuno di ballad non è così frequente da ascoltare. Occorre essere sicuri dei propri mezzi già solo per pensare di pubblicarla. Se poi la pubblichi, per giunta come singolo, allora vuol dire che ci credi davvero. Chris vince la scommessa a mio parere. Melodia efficace, arpeggio coinvolgente, basso scuro come la notte, cori di prammatica, hammondino che esce malandrino e poi sbarella… Insomma una certa originalità in un genere trito e ritrito. Davvero non banale. Come un ladro nella notte
DOC WATSON – BIRD DOG
E dagli! Perché ti fissi con il bluegrass, qui incrociato con il rockabilly da quel fenomeno che risponde al nome di Doc Watson, guru della musica americana per un trentennio ab-bonante. Canzone non troppo carica, svelta al punto giusto, dice qualcosa, non solo la velocità dei musicisti. Il bluegrass infatti mi piace perché dà allegria, ma mi urta quando devi essere per forza il banjo più veloce del west. Morbida.
Gianni Giletti
NP gennaio 2025