Il miracolo della consolazione

Pubblicato il 18-11-2024

di Mauro Tabasso

L’indimenticabile Giuseppe Sinopoli, direttore d’orchestra di fama mondiale scomparso nel 2001, credeva fermamente nella funzione sociale della musica. Inaugurando al Policlinico Gemelli il suo progetto Musica negli ospedali disse: «Il miracolo della musica sta proprio in questo: di essere come una luce che entra in tutti gli spazi del tempio della nostra anima.

Questa luce è soprattutto consolazione: nel silenzio alcune volte insopportabile della solitudine in cui lo stato di malattia spesso ci rinchiude, la musica diventa un compagno di viaggio, ci prende per mano e nella compassione ci accompagna per un tratto della nostra esistenza».

E cosa fare quando a essere imprigionata in una stanza di ospedale è l’infanzia? Interrotta brutalmente dalla malattia, che ruba il tempo della spensieratezza e sottrae senza pietà lo spazio dei giochi, imponendo divieti crudeli e restrizioni incomprensibili per qualsiasi bambino: vietato sudare, saltare nelle pozzanghere, arrampicarsi sui muretti o lanciarsi giù da uno scivolo. La malattia piega e soffoca la vivacità di chi dovrebbe scoprire il mondo sbucciandosi le ginocchia senza paura, sfidando le regole dei grandi per conquistare passo dopo passo la propria identità e autonomia. La risposta ce la dà ancora una volta la musica, capace di confortare per pochi attimi lo spirito dei più piccoli e dei loro genitori, ed è proprio lo spirito, come ci ricorda Sinopoli, che «ci permette di elaborare il dolore, di superare la difficile realtà per procedere verso mete illuminate dall’utopia della speranza».

Con questo intento, lo scorso 8 giugno, il Laboratorio del Suono ha fatto visita ai piccoli pazienti del Regina Margherita. La World junior band di Andrea Vigliocco ce l’ha messa davvero tutta per regalare ai bimbi ricoverati e alle loro famiglie qualche minuto di energica spensieratezza, sulle note di Made you look di Meghan Trainor, Stay with me di Sam Smith e Try di Pink. Gli archi guidati da Luciana Valeriani hanno invece svelato attimi di pura bellezza attingendo al repertorio classico, con brani di Haendel, Telemann, Vivaldi e soprattutto con il celebre canone di Pachelbel, che con la sua meravigliosa architettura, costruita su una semplice cellula musicale che si ripete in variazioni sempre più complesse, ci restituisce il senso ciclico della vita, che trova sempre il modo spiegare le vele e ripartire, catturando a volte anche solo un tenue soffio di vento. Il vento della speranza.


Mauro Tabasso
con Valentina Giaresti
NP agosto / settembre

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