Facciamo bene la nostra parte

Pubblicato il 15-01-2021

di Mauro Tabasso

La mezza stagione ha i suoi vantaggi, ma non solo.
D’estate, per esempio, dormi col lenzuolino (o sopra di esso), al mattino lo tiri su e via. D’inverno dormi col tuo bel piumone leopardato, quello che ti ha regalato la prozia Agata per il tuo matrimonio, al mattino lo tiri su e via.
Nella mezza stagione invece dormi col lenzuolino, poi aggiungi timidamente una coperta, poi un’altra copertina, poi hai freddo ai piedi quindi metti un’altra coperta, ma solo dal ginocchio in giù (se no sudi), e al mattino, visto che hai già indossato anche il pigiamino leggero, quello di Spiderman, ti svegli praticamente dentro un fagotto.

Se poi (come me) mentre dormi sogni anche di fare un torneo alla baraonda di lotta greco-romana, il fagotto la mattina somiglia molto a un insaccato, uno legato stretto. Mia moglie, nel rifare il letto, dà sfoggio di tutto il suo proverbiale puntiglio, che in generale ammiro molto, tranne quando devo rifare il letto con lei.
Sarebbe capace di chiamare un geometra per misurare l’area delle due falde di lenzuolo che pendono a destra e a sinistra, e farmi tirare fin quando la misura non è nel suo “range” di tolleranza (e parliamo di millimetri). Poi se potesse misurerebbe con un dinamometro il grado di tensione delle falde stesse. Tutto questo mentre io, con due neuroni di numero (poiché sono un uomo), cerco di capire come si srotola l’insaccato. In quei momenti mi sale il tabacco dal profondo (quando un piemontese ti dice che gli è salito il tabacco – l’è muntame ‘l tabac – significa che è caduto preda di un impeto d’ira). Ma ovviamente non dico nulla, anzi, per farla contenta, mi fingo partecipe e faccio del mio meglio.

Stimo molto mia moglie, anche per questa sua ambiziosa pignoleria. Non è pedanteria, al contrario; è semplicemente il gusto di far bene le cose. È la stessa pignoleria che metto io in tante cose che faccio (a parte rifare il letto), a cominciare dal mio lavoro. Come mia moglie provo soddisfazione per un lavoro fatto bene, anche se nessuno lo nota. Lo noto io e questo mi è più che sufficiente. La pignoleria per me è la brama di fare bene una cosa, la volontà di farla al massimo delle mie possibilità. Poi non bisogna impazzire, ci vuole equilibrio in tutte le cose, altrimenti una sana inclinazione rischia di diventare una fissazione, una mania, un’ossessione. D’altro canto io credo che siamo al punto in cui siamo (leggermente nel guano, se posso permettermi) perché tante volte facciamo le cose alla bell’e meglio, alla “pìsme ‘n cuntra” (altra locuzione piemontese che però non posso tradurre).

Ognuno di noi vuole qualcosa in più, di materiale, di tangibile, di affettivo o emotivo, ma io penso che per “avere” di più bisogna prima di tutto “essere” di più, e per essere di più bisogna volerlo, cercarlo. In periodi difficili come quello che stiamo passando credo sia importante che ognuno faccia bene la sua parte, con sé stesso, in famiglia, sul lavoro, nella società. Se faccio il musicista è importate farlo al massimo delle mie possibilità, e devo anche fare in modo di farlo crescere quel massimo, altrimenti il mio livello, anche se spingo fino in fondo, rimane sempre lì dov’è, non cresce mai. Ci vuole un sacco di impegno e determinazione per dare il meglio di sè in ogni momento, ma lo devo a me stesso. Poi ogni tanto uno si concede le sue pause, ogni tanto c’è l’umana necessità di abbassare la guardia, che cerco sempre di riconoscere e accogliere. Quindi ho deciso, siamo a novembre, stasera metto su il piumone leopardato, e domani vedi come lo rifaccio il letto.

Mauro Tabasso
NP novembre 2021

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