The delines - The imperial

Pubblicato il 25-07-2021

di Gianni Giletti

Non la decifro.
Nel senso, non ho capito perché mi acchiappa. È la sesta volta che la sento ma… mi spiazza, non capisco dov’è che mi piace.
Sicuramente voce femminile roca; per chi mi conosce, sa che quello è già un bonus per farmela piacere. Ma non è tutto lì. È la canzone che è strana, inquietante, irresistibile. Ti destruttura perché non ha un copione preciso. 
Batteria al centro della scena, con il tom bello largo, che fa il paio con il basso ciccione, piano elettrico che gioca da numero 10, cori spacchiusi. Poi spuntano i violini, che non sai da dove vengano.
Prendi ad esempio il piano alla fine: che ci azzecca? 
Eppure è bello, mi colpisce, mi dà buone vibrazioni.
Niente, la musica è così: piace. Punto. Nessuna spiegazione.
Intensa.

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Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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