Il Sermig per Haiti e l'Afghanistan

Pubblicato il 30-08-2021

di Redazione Sermig

COMUNICATO STAMPA

IL SERMIG PER HAITI E L’AFGHANISTAN
L’Arsenale della Pace di Torino ancora in campo
 

Haiti e l’Afghanistan: due Paesi e scenari completamente diversi eppure segnati in queste settimane dalla stessa sofferenza e da una precarietà che sembra azzerare tutto. L’isola caraibica è stata sconvolta per l’ennesima volta da un violento terremoto che ha portato morte e distruzione, colpendo in particolare la zona della città di Jérémie, dove da anni il Sermig sostiene l’ospedale dei Padri Camilliani del Piemonte.
L’Afghanistan invece, è al centro di un nuovo cambiamento epocale, con la dissoluzione del sistema istituzionale costruito negli ultimi venti anni e il ritorno al potere dei Talebani.

Il Sermig-Arsenale della Pace anche questa volta è pronto a mettersi in gioco, facendo appello alla rete di solidarietà che in tanti anni ha permesso la realizzazione di migliaia di progetti di sviluppo nei cinque continenti.

“Nel caso di Haiti - spiega Rosanna Tabasso, dall’Arsenale della Pace - abbiamo deciso di aprire una sottoscrizione in denaro per garantire attraverso la presenza camilliana i primi aiuti alla popolazione. È possibile inviare offerte sul conto corrente Sermig Rete per lo Sviluppo Onlus Iban IT29P0306909606100000001481 oppure dona ora cliccando qui
 

Per quanto riguarda l’emergenza Afghanistan, l’Arsenale della Pace sostiene l’urgenza di creare corridoi umanitari e si rende disponibile ad accogliere alcuni profughi in fuga dal Paese, in base alle esigenze che saranno indicate dal governo e dalle prefetture. Un impegno che dura da anni e che ha portato a Torino già molti rifugiati afghani.

“In questi giorni - dice Ernesto Olivero, fondatore del Sermig - ho riletto la Dichiarazione universale dei Diritti umani del 1948. Parole come pietre sulla libertà di pensiero e di religione, sull’uguaglianza di ogni uomo e donna, sul diritto alla vita, all’istruzione, al lavoro, alle cure. Penso a quanto siano rimaste sulla carta in tantissime aree del mondo, all’indifferenza che riguarda tante persone. Di fronte alla follia di questo tempo, basterebbe tornare a quella saggezza. Possiamo farlo un’altra volta. Diritti sulla carta? Purtroppo sì. Spero che da oggi tornino nella vita”.

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