Famiglie

I cristiani della prima comunità
erano un cuore solo e un’anima sola,
cristiani da ventiquattro ore
su ventiquattro,
uniti nell'Eucaristia, nella preghiera,
nella condivisione.
In un tempo in cui molti hanno perso
la gioia di essere cristiani,
il Signore ci domanda con forza
di tornare ad esserlo a tempo pieno.
L’amore che unisce
quanti di noi sono sposati,
l’amore che ci rende padri e madri,
ci spinge ad abbracciare
la vita della Fraternità,
a dire un sì totale, senza condizioni,
a vivere le Beatitudini.
Ci impegna a far fruttare
i doni che il Signore ci ha fatto
e ad assumerci le responsabilità
che ci ha affidato.
Le famiglie della Fraternità
vivono nelle loro case e del loro lavoro
per essere testimoni del Signore nel mondo.
Nella Fraternità
gli sposati hanno le medesime responsabilità
dei consacrati
perchè il battesimo e il dono dello Spirito Santo
sono gli stessi per tutti.
Possono impegnarsi nella Fraternità
a tempo pieno
nel rispetto dei tempi di crescita
e delle necessità delle famiglie,
specialmente dei bambini.
Le famiglie testimoniano con la loro vita
che la prima comunità cristiana
non è un’utopia.

«Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati» (At 2,42-48).


Commento di Rosanna Tabasso 
 

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