Gli elastici di Silvana

Pubblicato il 12-10-2017

di Annamaria Gobbato

di Annamaria Gobbato - Genova, anni ‘60. «Signorina, avverta il suo fidanzato. Lo lasci libero di farsi una vita senza di lei. Questo dolore alla mano è il sintomo di una malattia degenerativa grave».

Per Silvana Morelli, giovane impiegata statale, è una doccia gelata. La visita medica prenotata per scrupolo alla vigilia del matrimonio si trasforma in un incubo. Si pensa ad un errore di valutazione, ma in capo ad una settimana la mano è paralizzata. È l’inizio della sclerosi a placche che la costringerà sulla sedia a rotelle per più di mezzo secolo, fino alla morte. Niente più nozze, ama troppo il fidanzato per costringerlo a condividere la sua vita futura. Ma Qualcuno l’aiuta ad affrontarla, giorno dopo giorno. Lo fa attraverso mamma Ada, che le impedisce di chiudersi in casa, attraverso le colleghe dei telefoni di Stato che la sostituiscono quando il dolore le impedisce di lavorare. «Grazie all’amore che ho ricevuto, posso dire che tutto è meraviglioso nella vita, niente è normale, valeva la pena di avere la sclerosi a placche. Madre Teresa diceva di essere la matita di Dio, io mi sento la matita copiativa del buon Gesù. Ogni mattina ricomincio a scrivere la mia vita e ad inventarla».

Al di sopra di tutto, c’è la preghiera: «Proposi ad una collega che mi aveva confidato le sue pene: io dico un’Ave Maria per te, tu dilla per me. Non che io, allora, fossi particolarmente religiosa. E invece Dio da quel momento entrò alla grande nella mia vita, si fece posto a gomitate. Cominciammo a dire il rosario in ufficio, a pezzetti, eravamo tutte più serene ed allegre».

Silvana diventa speranza per altri che soffrono e che vanno da lei per essere consolati, persone comuni e personalità. Tanti i viaggi a Lourdes. «Tutti noi abbiamo due elastici ai lati della bocca che ci permettono di sorridere o di segnalare la nostra tristezza. Un luogo dove li rimettono a posto è Lourdes». Alla sua morte, la sua casa ospiterà persone handicappate, diventando la “Casa della gioia”.

Annamaria Gobbato
TERRA&CIELO
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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