Terra Santa di Giordania

Pubblicato il 16-04-2022

di Chiara Giorgio

Madaba è una città con una grande memoria. È una città biblica, nominata sei volte nell'Antico testamento.
Da qui proviene Rut, la giovane moabita che rimasta vedova sceglie di seguire la suocera Noemi in Israele e sarà la bisnonna del re Davide. È anche la terra di Giovanni il Battista, che ha vissuto e predicato nelle zone circostanti ed è morto sul Macheronte, una fortezza del re Erode che si trovava a pochi chilometri dalla città. Fin da quando siamo arrivati qui la commozione di essere chiamati dal Signore ad abitare la sua terra, la terra dove lui ha vissuto, dove la storia della salvezza si è compiuta è stata grandissima. Ogni volta questo pensiero fa risuonare dentro di me le parole di Dio a Mosè sull'Oreb: «Togliti i sandali, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo» (cfr. Es 3).
Non sempre però è facile fare memoria di tutto questo, vivere il presente dentro questa memoria viva per scoprirlo e vederlo altrettanto santo, altrettanto luogo e tempo in cui Dio si manifesta e ci cerca.
Ricordo la prima volta che con i nostri giovani volontari sono stata al Macheronte, avevo nel cuore e negli occhi una grande commozione, di fronte a noi la terra promessa, sullo sfondo le ombre delle case di Gerusalemme...

Una delle ragazze si avvicina e mi dice: «davvero non riesco a capire come faccia a piacervi così tanto tutto questo... Sono solo vecchie rocce e sabbia. Voi venite da luoghi molto più belli di questo». Quante volte anche le nostre storie ci appaiono come un accumulo di grosse pietre polverose senza un grande senso.
Qualche giorno fa tornavo a Madaba accompagnata dal nostro autista, dalla strada dell'aeroporto c'è un punto in cui si vede Madaba tutta illuminata, ogni volta che la vedo da lì mi ricorda il presepe. Mentre sto pensando questo l'autista mi dice: «Guarda che bella Madaba da qui.
Poi ti avvicini e ti accorgi di tutto quello che non funziona, non è tutto così in ordine». Sorrido. In fondo nemmeno a Betlemme quando il Signore è nato era tutto perfetto. Però Gesù c'era. E con lui Maria, Giuseppe...
E grazie a quell'esserci silenzioso e senza clamore la luce ha squarciato le tenebre della notte.

Curare la memoria è ricordarsi della propria storia, ricordarsi di avere una storia... Non perfetta ma da abitare.
Una storia che ci chiede di essere presenti per continuare a essere speranza nel mondo. Siamo qui in Giordania anche per questo. Per curare la memoria che viviamo, insieme a chi sta con noi, a chi accogliamo e a chi passa dall'Arsenale, in una terra santa che desidera continuare a essere santa, attraverso di noi, l'amore che viviamo e doniamo, il bene che supera fatiche e difficoltà. proprio come ha fatto Giovanni Battista, come hanno fatto Rut e tanti altri. Perché quelle pietre che sono memoria del passato continuino a essere vive. E questo faccia venire a tanti il desiderio di restare. Anche quando non è facile.
Restare per conservare una memoria viva. Restare perché questa terra santa continui a essere santa per sempre, terra di pellegrinaggio, di cammino...
Terra di incontro con Dio.
Da dove si comincia? Ernesto ce lo ripete spesso: «Siamo qui per fare sorridere un Bambino». Così sia. Non solo qui, ma in ogni parte del mondo.


Chiara Giorgio
Focus
NP gennaio 2022


La città di Madaba in Giordania ha una storia antichissima che risale all'Età del Ferro.
La Bibbia la menziona come insediamento moabita, conquistata dagli israeliti in epoca successiva ai fatti narrati nell'Esodo.
In epoca ellenistica fu prima presa da Alessandro Magno e poi governata dai Seleucidi.
Dominio romano a partire dal I secolo d.C., Madaba conobbe un grande sviluppo sotto i bizantini che la resero un importante centro dei commerci e sede vescovile. Testimonianza della floridezza di quel periodo sono i preziosi mosaici che ornavano i palazzi del potere, tra cui la prima mappa della Terra Santa cristiana (v. in alto in questa pagina).
Conquistata dai persiani e poi dagli arabi, venne distrutta da un terribile terremoto nel 749. Per 1.100 anni Madaba fu solo un ricordo.
Alla fine del XIX secolo un piccolo gruppo di cristiani tornò ad abitarla, facendola così rinascere e dando origine alla storia recente della città.

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