Suicidio di Stato

Pubblicato il 22-02-2023

di Chiara Genisio

Dentro al carcere il tasso dei suicidi è 21 volte superiore che nel resto della società. Il 2022 sta registrando un triste primato, fino a metà novembre, erano già 77 i detenuti che dall’inizio dell’anno si sono tolti volontariamente la vita.
Un dato impressionante, un precedente drammatico primato risale al 2009 con 72 persone suicidate, ma all’epoca la popolazione carceraria era minore rispetto a ora di circa 7mila persone.

Un altro dato tragico è quello che riguarda i casi delle detenute: finora sono stati cinque. Con un tasso superiore a quello degli uomini, pari a quasi il 22%. Circa il 50% dei casi di suicidi sono poi stati commessi da persone di origine straniera.
Se circa un terzo della popolazione reclusa è straniera, l’incidenza di chi si è ucciso è significativamente maggiore tra questi detenuti.

Le Case Circondariali di Foggia e di Milano San Vittore restano i due istituti con il maggior numero di casi nel corso dell’anno. Seguono quelli di Roma Regina Coeli, Monza, Firenze Sollicciano, Torino e Palermo Ucciardone.
La denuncia è stata formulata da Antigone, l’associazione che monitora le condizioni all’interno delle carceri, ai primi di novembre e si basava su 74 suicidi, un dato che nel giro di pochi giorni è subito aumentato, registrando in un solo giorno di metà novembre due nuovi casi.
Come può una società democratica continuare a ignorare questa situazione? Da anni si parla, e poi non si concretizza in azioni, di riforma del sistema carcerario. La precedente ministra della Giustizia, Marta Cartabia, aveva sottolineato la necessità di avviare una giustizia riparativa. L’augurio è che non si disperda questa buona intuizione.

Nel frattempo, il giornale Il Dubbio ha lanciato una petizione su Change.org: «Fermiamo la strage dei suicidi in carcere. Qui e ora… Si può!» che in pochi giorni ha raccolto migliaia di adesioni. Oltre alla denuncia contiene anche delle proposte, semplici e immediate per fermare quello che viene definito “suicidio di Stato”.
Come aumentare le telefonate per i detenuti.
È sufficiente modificare il regolamento penitenziario del 2000, secondo cui ogni detenuto (esclusi quelli che non possono comunicare con l’esterno) ha diritto a una sola telefonata a settimana, per un massimo di dieci minuti; alzare a 75 giorni i 45 previsti a semestre per la liberazione anticipata.
E ancora: creare spazi da dedicare ai familiari che vogliono essere in contatto con i propri cari reclusi per valorizzare l’affettività. Aumentare il personale per la salute psicofisica. In quasi tutti gli istituti vi è una grave carenza di psichiatri e psicologi.


Chiara Genisio
NP dicembre 2022

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok