Senza pregiudizi

Pubblicato il 10-08-2021

di Sandro Calvani

In Asia la lotta contro le discriminazioni di genere, di preferenza sessuale, di etnia, di abilità fisiche scopre ogni giorno nuove frontiere da attraversare.

In India il terzo genere, quello dei trans, è regolarmente indicato sui passaporti e sui biglietti ferroviari, prima limitati solo alla definizione di maschio o femmina. Per i giapponesi e i cinesi la comunità dei trans, gay e lesbiche rappresenta una fetta importante e crescente del turismo e del mercato immobiliare delle megalopoli asiatiche. Il Bangkok Post informa che aumentano le denunce di discriminazione contro i diversi, ma che allo stesso tempo quelle minoranze vincono tutte le cause di discriminazione; i monaci buddisti non hanno più alcun dubbio a celebrare con gioia matrimoni tra persone dello stesso sesso. Nel 2006 Kenji Yoshino* illustrò in modo brillante la sorta di "rivoluzione culturale" necessaria per accettare e celebrare le differenze nel suo libro Covering.
The hidden assault on our civil rights (Copertura: l’assalto nascosto ai nostri diritti civili), che rappresenta una pietra miliare della trasformazione delle attitudini personali e collettive ai diritti umani e un vero e proprio manifesto storico sui diritti civili del futuro.

Nel suo libro, *Yoshino sostiene che la richiesta di copertura può rappresentare una minaccia nascosta ai nostri diritti civili. Sebbene siamo giunti a un consenso contro le discriminazioni basate su etnia di appartenenza, nazionalità, sesso, orientamento sessuale, reddito, religione e disabilità, spesso neghiamo ancora la parità di trattamento alle persone che si rifiutano di minimizzare la loro diversità. Le minoranze sono spinte ad assimilarsi, per esempio, "agire in bianco" cambiando i loro nomi, lingue o pratiche culturali, come se fossero anche loro dei bianchi, occidentali e cristiani. Alle donne professioniste viene detto di "mostrare attributi psicologici maschili o fare il gioco degli uomini".

Ai gay viene chiesto di non impegnarsi in manifestazioni pubbliche di affetto dello stesso sesso o addirittura di vivere nella castità e astinenza sessuale. I devoti sono istruiti a minimizzare le espressioni di fede come segni esterni e celebrazioni, o a stare zitti sui diritti di chi la fede non ce l’ha, e le persone con disabilità sono esortate a nascondere gli ausili che consentono loro di vivere meglio. Poiché tutti sperimentiamo la sfida a nascondere le realtà di abuso dei diritti, possiamo tutti fare causa comune attorno a un nuovo paradigma dei diritti civili basato sul nostro desiderio di autenticità, un desiderio che ci unisce piuttosto che separarci.

La tesi che ritiene che certe diversità siano una forma di malattia mentale oppure siano "oggettivamente disordinate", nega del tutto l’art. 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani. L’atto di innalzare le frontiere tra di noi, tra persone diverse e tra i fratelli tutti del genere umano, e l’atto di depredare i nostri beni comuni e limitarne l’uso, sono atti fraudolenti, sono contraffazioni degli autentici diritti umani.
Diciamolo chiaro e potremo capire meglio e aiutare coloro che cercano di liberarsi dalle discriminazioni.


*Kenji Yoshino (1969) giapponese-americano, è professore di diritto costituzionale alla Facoltà di legge dell’Università di New York. Ha pubblicato diversi saggi sul tema dei diritti e ha vinto diversi premi per la sua attività accademica che attinge profondamente alle sue esperienze personali come gay asiatico americano. Vive a New York con suo marito e due figli.


Sandro Calvani
NP aprile 2021

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