Salute e benessere

Pubblicato il 02-10-2021

di Valentina Turinetto

Il terzo obiettivo dell'Agenda 2030 è forse uno dei più attuali.
Da poco più di un anno tutto il mondo si è ritrovato in balia di un virus che si è diffuso senza chiederne il permesso. Forse siamo proprio ad un banco di prova per verificare quanto crediamo nell'obiettivo di «assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età» e quanto siamo pronti a ritenerlo "comune".
Dati recentemente pubblicati dall'ISPI (Istituto per gli Studi Politici Internazionali) mostrano la quota media di soggetti vaccinati contro il Covid-19 in diverse aree geografiche: nei Paesi sviluppati, in media, oltre il 30% della popolazione è stata vaccinata, in India circa l'8%, in Africa solo 1 persona su 100 ha avuto questa opportunità.
Sono dati significativi, che indicano che mentre il virus si diffonde senza discriminazioni tra ricchi e poveri, il sistema di difesa non sta lavorando in modo omogeneo e compatto. Questo è il motivo per cui molti premi Nobel e grandi leader politici stanno lanciando appelli affinché si sospendano i brevetti sui vaccini. Le questioni economiche e politiche dietro alla campagna vaccinale sono importanti e purtroppo stanno guidando verso scelte che non garantiscono un sistema di vaccinazione rapido e omogeneo in tutte le aree geografiche.

In queste dinamiche si fa spazio una testimonianza di come essere stati protagonisti di ingiustizie nel passato talvolta può portare a scelte buone nel presente. Torniamo indietro di circa 80 anni, in Grecia, nella comunità ebraica di Salonicco. Dei 60.000 ebrei di Salonicco, circa 50.000 furono deportati e poi sterminati nel campo di concentramento di Birkenau, dopo l'invasione della Grecia da parte di Hitler. Il massacro degli ebrei in Grecia fu breve ma intenso e pochissimi riuscirono a scampare allo sterminio. Tra i sopravvissuti c'è una famiglia conosciuta come Bourla, da cui nel 1961 nasce un figlio che viene chiamato Abraham. Abraham studia veterinaria e porta avanti la carriera universitaria in Grecia, fino all'età di 34 anni quando decide di trasferirsi negli Stati Uniti dove inizia a lavorare in un'industria farmaceutica di cui diviene il direttore in poco tempo. Nel 2020 indirizza gli sforzi dell'azienda per trovare un vaccino contro il nuovo virus Sars-Cov2. L'OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha approvato la produzione e distribuzione del suo vaccino in diversi Paesi, tra cui la Germania, che conta migliaia di morti a causa della pandemia.

Questo vaccino è destinato a salvare la vita di milioni di persone in tutto il mondo, compresi molti tedeschi, ed è stato studiato e messo a punto da un ebreo di Salonicco, il cui popolo fu sterminato dalla Germania nazista. È questo il motivo per cui Israele è stato il primo Paese a ricevere il vaccino: in memoria della sua famiglia e dei suoi genitori, che hanno dato alla luce Israel-Abraham Bourla (foto), conosciuto oggi come Albert, amministratore delegato di Pfizer.
Questa storia ci insegna che sarebbe proprio bello se tutti si sentissero un po' responsabili per quello che sta avvenendo, sentendo una sorta di "paternità" per l'umanità. Un buon padre fa di tutto affinché il bene arrivi a tutti i figli.


Valentina Turinetto
NP maggio 2021

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