Resilienza e responsabilità

Pubblicato il 17-01-2023

di Corrado Avagnina

Se vogliamo mettere a fuoco la stagione complicata che stiamo vivendo, forse dobbiamo rifarci alla cifra della precarietà, che pensavamo di aver messo da parte con i vaccini anti- Covid dopo i mesi angoscianti del lockdown. Siamo infatti assillati da un ventaglio di criticità che si assommano e si intrecciano. Intanto il virus non è sconfitto del tutto, e sta rialzando la testa. Forse non fa più paura, ma non è da prendere alla leggera.

Poi – come tutti sappiamo – c’è la guerra che è ormai da mesi presente sullo scenario europeo con la sua scia di vittime, distruzioni, minacce, rischi di escalation, violenze, odi, lacerazioni. Le istanze di pace sembrano non riuscire a fare breccia nelle logiche di scontro che riempiono cieli e che rendono incandescenti i fronti.

Si è poi innescata la spirale della “guerra” sugli approvvigionamenti energetici, con il rischio di stare al freddo nell’inverno che arriva e di non farcela a reggere agli aumenti dei prezzi e delle bollette. Su questo terreno gli affanni stanno salendo di tono. C’è chi dice, facendo due conti (magari approssimativi), che il peggio deve ancora arrivare. E di conseguenza tutto si fa ballerino e incerto. Magari non ci cambiano la vita le luci di Natale ridotte o azzerate per risparmiare, ma rappresentano un segnale che il paradigma delle nostre società è messo in crisi e deve essere ripensato.

Più preoccupanti si fanno le situazioni in cui tante imprese riducono l’attività e la produzione, oppure chiudono i battenti, non riuscendo a sopportare rincari insostenibili. E poi la borsa della spesa quotidiana per le famiglie si fa sempre più costosa: gli stipendi e le pensioni non vengono adeguati all’emergenza. Insomma l’esperienza personale e il vivere sociale sono sulla graticola di quanto potrà capitare. Psicologicamente sembra farsi largo anche un tratto di paura che va oltre la preoccupazione. Lo spavento per la guerra che non è lontana ora genera anche l’ansia marcata per l’intrecciarsi delle incertezze assortite sul presente e sul futuro delle famiglie.

E in un contesto come questo, in cui le diseguaglianze si fanno sempre più laceranti, che può scoccare l’ora della solidarietà, della condivisione, del darsi una mano, del sentirsi tutti su una barca che barcolla. La resilienza si fa urgente, ma va alimentata da responsabilità. La politica, l’economia, le istituzioni debbono battere un colpo seriamente. Dal basso, da soli, non si riesce a fronteggiare quanto sta pericolosamente dietro l’angolo.


Corrado Avagnina
NP novembre 2022

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