Quando la porta è aperta…

Pubblicato il 08-07-2021

di Chiara Vitali

Una catena di bene attraversa le regioni in un tempo che vieta ogni viaggio. A Bonate Sopra, in Provincia di Bergamo, si raccolgono aiuti: dai materiali per l'emergenza freddo alle donazioni per i progetti di sostegno ai migranti in Bosnia. Un volantino, qualche chiamata e un tamtam sui social: il gruppo di giovani di Bonate, che da anni collabora con il Sermig di Torino, non ha avuto tempo di fare grandi annunci. Eppure «Il telefono squilla continuamente» dice Chiara. «Le persone chiamano a tutte le ore, anche al mattino molto presto». Vogliono capire «come essere utili».

Per due sabati consecutivi le donazioni vengono raccolte presso uno spazio che il Comune ha dato al gruppo: due aule di una vecchia scuola elementare. I cancelli si aprono, la gente arriva. Il materiale si accumula e la strada di accesso agli spazi, centrale nel paese, si intasa: troppe macchine sono in coda ad aspettare. «Eravamo increduli» ripete più volte Shaquille. Lo smistamento del materiale avviene durante le sere della settimana: «Mi ha emozionato vedere quante persone si sono messe in gioco: molti venivano dopo una giornata di lavoro, stanchi. Il peso delle cose da fare era enorme.

Ma eravamo in tanti e tutto sembrava più leggero e… giusto – spiega Alice – giovani e adulti insieme». Il materiale è arrivato poi all'Arsenale della Pace di Torino, dove è stato distribuito. «Il camion ce lo ha prestato una compagnia teatrale mentre il viaggio è stato finanziato da un volontario»: ognuno ha restituito a modo suo. L'impegno, ora, si sposta sulla raccolta alimentare e di beni di prima necessità. Diversi territori della provincia hanno già aderito alla proposta: raccoglieranno le donazioni lì dove sono. Il materiale rimarrà poi anche sul territorio di Bergamo, sarà donato ai frati cappuccini.

Organizzare gli aiuti non è stato subito facile: «Eravamo tutti chiusi dentro il nostro lockdown, con tante sfide anche personali: qualcuno di noi si è laureato, qualcuno è diventato genitore» racconta Chiara. Preoccuparsi dei problemi degli altri sembrava «faticoso». Ma per l'ennesima volta «abbiamo imparato ad uscire dalla porta di casa. Felici di fare felici gli altri». E Nicol aggiunge: «Ho imparato che a volte basta davvero soltanto aprire la porta».


Chiara Vitali
NP marzo 2021

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