Non è la tomba di Maria!

Pubblicato il 23-05-2021

di Agnese Picco

Il 6 gennaio, l'Israel Antiquities Authority annuncia una scoperta fortuita all'interno del Nizzana National Park. In seguito a lavori di manutenzione su un sentiero del parco, David Palmach, il direttore del Nizzana Educational Village, ha trovato all'inizio della pista una pietra circolare iscritta. Palmach ha immediatamente contattato le autorità competenti e il ritrovamento è stato trasferito al National Treasuries Dept.

Di cosa si trattava? L'iscrizione, che è stata decifrata dal dr. Leah Di Segni, dell'università ebraica di Gerusalemme, si riferiva a "Maria benedetta, che visse una vita immacolata". La pietra riporta anche la data di morte: il 9 febbraio.
Quindi è stata trovata la tomba di Maria, madre di Gesù? No, infatti la lastra tombale è stata datata, su base epigrafica, alla fine del VI, inizio VII secolo d.C.

Il sito del ritrovamento però, ha una certa importanza. Secondo Tali Erickson-Gini dell'IAA, Nizzana «aveva una fortezza militare, chiese, un monastero e una stazione di posta per i pellegrini cristiani che viaggiavano da Santa Katarina».
L'insediamento di Nizzana (o Nitzana) fu fondato dai Nabatei, come caravanserraglio sulla via per l'Arabia e il commercio di spezie e incensi. Nel periodo bizantino diventò un centro regionale, mantenendo la sua funzione di punto di sosta sulle direttrici dei pellegrini. Infine, quando l'area fu conquistata dagli arabi e cambiarono anche le direttrici commerciali, il sito andò incontro ad una fase di abbandono.

Il sito è anche famoso per una raccolta di papiri, ritrovati durante gli scavi del 1930. Si tratta di 195 frammenti, datati tra il VI e il VII secolo, che testimoniano il passaggio dalla fase bizantina a quella araba. I testi, ritrovati in due chiese cittadine, raccontano la vita quotidiana e religiosa degli abitanti nabatei del sito.

La pietra tombale fa probabilmente parte del cimitero cristiano che circondava la città e del quale si sa ancora poco, non essendo stato oggetto di scavi. Per questo, secondo l'archeologo Pablo Betzer «il ritrovamento di ogni iscrizione come questa può ampliare la nostra conoscenza dei confini del cimitero, cosa che ci aiuta a ricostruire i confini dell'insediamento stesso, che non sono stati ancora accertati».


Agnese Picco
NP febbraio 2021

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