La felicità

Pubblicato il 16-06-2021

di Marco Grosseti

Mamma ha ricevuto i complimenti delle maestre e non ci poteva credere. Ha chiuso gli occhi insieme alla chiamata. E ha iniziato a piangere. Era a casa perché adesso si fa tutto a distanza, anche i colloqui con la scuola. Una volta avrebbe pagato per poter fare a meno di doversi vergognare così tanto di persona. Quando abbassi gli occhi e vorresti solo sparire. Perché suo figlio non sta mai seduto in classe? Perché picchia gli altri bambini? Ieri ha pianto di nuovo tutto il pomeriggio. Va tutto bene a casa, signora?

Mamma si è seduta sul divano e ha respirato. Ci sono momenti in cui l'aria è più buona. Quella sapeva di una cosa nuova che aveva visto negli occhi delle altre persone ma che non aveva mai sentito dentro. Era nella casa che ha preso in affitto e arredato con le cose più belle. Sono usate ma sembrano nuove. Senza dover elemosinare l'aiuto, la referenza, la garanzia di nessuno. Mamma ha respirato forte per riempirsi il cuore con il sapore nuovo di quell'aria buona. Ha chiuso gli occhi è ha guardato indietro. La guerra da cui è scappata per non fare una brutta fine, mentre attorno tutto bruciava e sapeva di morte. Il papà che l'ha riaccolta malvolentieri dentro la sua nuova vita, ma a 18 anni le ha indicato la porta, era diventata grande ed era ora di farcela da sola. Era un'ospite e non una figlia. L'uomo a cui si è aggrappata per scappare alla tristezza, ma che le ha lasciato solo un nuovo dolore, una nuova solitudine, una nuova vita dentro la pancia. La tua. La paura che le avrebbero tolto quella piccola vita di cui non era in grado di prendersi cura. Gli anni in comunità. Il suo primo lavoro. La mattina, il pomeriggio, la sera, la notte. Sempre a pulire e a sistemare qualcosa, mentre qualcuno la aiutava e stava con te. Quel bambino così bello, forte e intelligente. Così agitato, irrequieto e violento. Così uguale a papà. L'arrabbiatura delle maestre delle scuole di ogni ordine e grado, le sgridate delle altre mamme per i giocattoli rotti, i segni e le cicatrici che riempivano la pelle dei loro figli. È proprio sicura che va tutto bene a casa, signora?

Un nuovo compagno. Un altro abbandono, un altro tradimento. Stava con voi ma preparava l'arrivo di un'altra donna. Stava con voi e intanto comprava il frigorifero, il divano, la lavatrice per la casa dove sarebbe andato a vivere con lei e con un altro bambino. Rimanere di nuovo sola. Con te. La possibilità di cambiare scuola. La forza di farlo. Anche se sai quello che lasci ma non sai quello che trovi. Anche se lì almeno sanno come prenderti. Anche se lì almeno ti conoscono. La conoscono. Quasi non si vergogna più quando ogni giorno ti viene a prendere e fa il pieno degli insulti e delle lamentele. L'obbligo di cambiare casa. Anche se era grande. Anche se era bello. Anche se era comodo. Sapeva di famiglia: il vicino che vi regalava il pesce di ritorno dalla gita al lago, la signora del piano di sopra piena di regali e di attenzioni per lei e per te.
Cambiare con la paura di sbagliare di nuovo, perché sembra che nella vita mamma non sappia fare altro. Lasciare un vuoto e sperare che per una volta arrivi qualcosa di bello a riempirlo. Mettere tutto dentro degli scatoloni. Buttare cosa non serve più. Conoscere strade nuove dove camminerete ogni giorno. No, non può andare sempre male.

Mamma si siede sul divano e respira, si riempie il cuore di quell'aria buona. Allora è così che si sentono le persone quando stanno bene? Il viaggio è stato lungo. La casa è bella e grande. Più di quella di prima. La guardi. Orgoglioso di lei e di quanto è stata forte. Rivedi i pezzi di te e di sé che ha raccolto da terra un'infinità di volte. Complimenti signora. Suo figlio è diventato così tranquillo. È cosi dolce e intelligente. Come è stata brava signora.

Mamma apre gli occhi, guarda fuori dalla finestra, le macchine ferme al semaforo, la gente che esce ed entra dai negozi. Si chiede a che punto sono del loro viaggio. Se sono già arrivati o sono ancora in mezzo alla loro avventura. Magari devono ancora partire e neanche lo sanno. Vede il riflesso della sua faccia nella finestra. Ripensa a tutto a quello che avete passato e sorride. Sa di pace quest'aria. Dev'essere quella cosa di cui tutti le parlavano e che lei non capiva mai. È dentro la sua casa e dentro il suo cuore. Piange perché non riesce a contenerla. La abbracci e assaggi le sue lacrime. Sanno di dolce e sanno di buono. Dev'essere questo il sapore di quella cosa che avevano tutti e voi no. Ti faceva arrabbiare così tanto vederla negli occhi degli altri bambini e delle altre mamme. La felicità.


Marco Grossetti
NP marzo 2021

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