La felicità del donarsi

Pubblicato il 25-12-2022

di Max Laudadio

Cari amici,
rimango sempre colpito dal volontariato, ed arrivo a commuovermi quando riconosco i suoi effetti benefici negli sguardi e nei sorrisi delle persone.
Oggi però vorrei raccontarvi un aneddoto per me inaspettato, ma che forse aiuterà ancora di più ad amplificare un messaggio tanto semplice quanto rivoluzionario: donarsi rende felici!
Nel paese dove abito, grazie ad un illuminato gruppetto di volontari, sono state organizzate svariate giornate di lavori di manutenzione dell’arredo urbano, spesso lasciato deperire sotto agenti atmosferici sempre più violenti. Un’attività che da mesi sta riscuotendo gratitudine da parte di molti cittadini soddisfatti degli evidenti miglioramenti estetici del luogo.

A Mondo Nuovo, una delle sette frazioni di Cuasso al Monte, il lavoro dei volontari prevedeva la riqualificazione di un’enorme area adibita a parcheggio pubblico, con la verniciatura delle reti perimetrali e la creazione di una zona destinata al ricovero dei cassonetti della spazzatura del grande condominio confinante, spesso attaccata da cinghiali golosi.
La settimana precedente però, un paio di cittadini ben predisposti alla collaborazione, venuti a conoscenza della programmazione dei lavori nella loro zona, hanno invitato alla partecipazione anche gli abitanti dello stesso condominio. Risultato? 45 persone, di svariate fasce d’età, si sono unite al gruppo della squadra di volontari del Comune.

La più giovane aveva 14 anni e la più anziana 86. Erano parenti, nonna e nipote. La più esperta peraltro si è presentata armata di bastone per sorreggere la sua stabilità, mentre la nipotina la coinvolgeva con la sua energia straripante.
Si sono presentate con la modestia di chi sa bene che il volontariato ha bisogno solo di un’azione che nasce dal sentire e di nient’altro. Insieme, erano l’essenza di qualsiasi messaggio cristiano, e rendevano concreta e tangibile la sempre complessa dottrina. Vedere due generazioni così distanti, cosi diverse, così difficili da unire, riuscire a condividere il tempo, gli obiettivi, la fatica, e perché no anche le macchie di vernice, regalava sorrisi a chiunque le guardasse lavorare, oltre a spronare tutti quelli che piano piano accusavano la stanchezza della giornata.

La nonna e la nipotina si sono dedicate al ripristino di alcune cancellate arrugginite dal tempo, e credo non immaginassero quanta fatica servisse per riportare il ferro all’antico splendore. La cosa certa è che entrambe se la sono cavata benissimo, anche se nessuna delle due lo aveva mai fatto.
Mi sono fermato spesso a spiare il loro lavoro, i loro abbracci, i loro sorrisi, ma anche i piccoli battibecchi che di tanto in tanto nascevano, e dove la nonna riusciva ad avere la meglio solo grazie ai numerosi anni in più di vita vissuta. Forse un giorno le parti si invertiranno, ma quel giorno era ancora troppo lontano.
Erano scene colme di immagini da trasformare in ricordi da destinare nello scrigno che conserva solo le cose preziose, indimenticabili perché nate dall’amore.
Dopo ben cinque ore di lavoro, cotte da un sole caldissimo, con le guance arrossate e la fronte sudata, le due magnifiche volontarie mi hanno salutato, e con quella gentilezza che spiazza, mi hanno detto: «Grazie, bella giornata! Ci vediamo alla prossima!». La nipotina ha sorriso, poi timidamente ha abbassato lo sguardo, e come nella famosa scena di Charlie Chaplin, ha preso la mano della nonna e con delicatezza sono rientrate in casa.

Le ho guardate fino alla chiusura dell’uscio, e l’unica parola che sottovoce sono riuscito a pronunciare è stata: «Grazie!».


Max Laudadio
NP ottobre 2022

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