CRONACA QUI. Intervista ad Ernesto Olivero. La politica s'interroghi.

Pubblicato il 02-04-2020

di Redazione Sermig

Intervista ad Ernesto Olivero su CRONACA QUI del 2 aprile 2020 - di Marco Bardesono

L'INTERVISTA  Il punto di vista del fondatore del Sermig.

«La politica s'interroghi. Perché serve generosità per evitare una rivolta».

Olivero: «Bisogna servire la gente e, non servirsene» E ricorda l'esempio di Don Bosco durante il colera.

 

Dal suo osservatorio, il Sermig, Ernesto Olivero si mostra preoccupato, ma la speranza, per lui, resta una virtù attraverso la quale costruire il futuro. Olivero, qual è il punto di partenza per ricomin­ ciare?
«Faccio una premessa, è d'obbligo. Come sempre da parte mia non c'è nessuna volontà di polemizzare, tutt'altro. Ma credo che oggi, per capire ciò che è accaduto e ciò che sta succedendo, ci sia bisogno di molto coraggio da parte di tutti. A cominciare dalla politica. La politica deve fare un profondo e sincero esame di coscienza. Perché la politica è necessaria per gestire e non per usare la cosa pubblica. Ripeto, non è per polemica, ma proprio per essere costruttivo, sottolineo che la politica deve servire i cittadini, ma per farlo è necessario dire la verità. Aggiungo che, ancor prima, è altrettanto importante dirsi· e riconoscere la verità».

Quali sono le emergenze in una città come Torino ai tempi del coronavirsus, che sta modi­ ficando i nostri stili di vita?
«Le emergenze si affrontano a partire dalla nostra disponibilità a farvi fronte. Penso che non si debba escludere dalle nostre vite le persone che hanno bisogno. E in questo· periodo  sono numerose,  sono sempre di più. Noi al Sermig abbiamo fatto una scelta, quella di non chiudere, di mantenere le porte aperte, non solo quelle dei nostri cuori. A tutti coloro che hanno bisogno, noi ogni giorno apriamo le porte e ospitiamo almeno duecento persone. Ecco, credo che in questo periodo molto difficile, per tornare a ciò di cui parlavo prima, la politica debba entrare in sintonia con i gruppi che si occupano del sociale, perché, insieme, possiamo fare molto».

Lei parla di chi ha bisogno, quali sono allora le emergenze sociali?
«La prima e la più importante riguarda i poveri, che sono molti e, ogni giorno che passa, sono sempre di più: giovani e anziani, italiani o stranieri. I poveri. Abbiamo il dovere di soccorrerli, di offrire loro sosten­ tamento, perché abbiano una possibilità. C'è necessi­ tà di persone generose, di volontari. Noi al Sermig abbiamo messo in piedi un'organizzazione che ci consente di assistere almeno mille persone, dislocate qui, o in quelle famiglie che condividono il nostro spirito e che hanno messo a disposizione ciò che hanno».

Sembra di vedere le pagine ingiallite delle cronache del 1854.
«Quando ci fu la peste a Torino e un santo, Don Bosco, insieme ai suoi ragazzi, certo non lesinò aiuto ai malati e a tutti coloro che ne avevano bisogno. Questa è la storia che conferma che chi offre la propria vita a Dio, la offre anche agli altri».

L'assalto a un supermercato a Palermo e altri fatti di cronaca avvenuti nel nostro Paese, fanno temere una possibile rivolta?
«La società, la politica ancor prima, hanno il compito di prevenire questi fenomeni, perché quando le persone sono disperate, possono fare qualunque cosa e può accadere di tutto. Può capitare a chiunque, la disperazione non risparmia nessuno. Credo che ci si debba preparare all'imprevisto, solo così si può prevenire».

Al Sermig, oggi, in questa crisi, voi di cosa avete bisogno?
«Abbiamo bisogno della generosità delle persone. Chi può doni e si doni».

Marco Bardesono

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