In sella per la pace

Pubblicato il 01-11-2022

di Chiara Vitali

Cosa vuol dire viaggiare nella storia? lo racconta a modo suo: in sella alla sua bicicletta, ogni anno percorre migliaia di chilometri per arrivare nei luoghi che sono stati teatro di violenza e di guerra, dentro e fuori dai confini europei.

Proprio in quegli spazi Giovanni vuole portare un messaggio di pace e fratellanza. A inizio maggio è partito da Torino per un nuovo viaggio: «Ripercorrerò i luoghi dove si sono verificati gli eccidi nazifascisti e lungo il mio percorso incontrerò centinaia di giovani» ha spiegato il ciclista poco prima della partenza. Incontrare i ragazzi e le ragazze, infatti, è uno dei suoi obiettivi principali: qualcuno compie con lui un pezzo di viaggio, gli altri invece li incontra nelle scuole e nelle realtà del territorio.

«Giovanni Paolo II diceva che la miglior speranza di pace sono i giovani che conoscono cosa è stata la guerra – sottolinea appunto il ciclista –. I ragazzi hanno voglia di dialogare sul passato e sul presente. In queste settimane mi chiedono il senso della guerra in Ucraina, non riescono a capacitarsene». Il conflitto, per Giovanni, ha un peso particolare: «Ho viaggiato molto sia in Ucraina che in Russia, ho amici fraterni in entrambi gli Stati e non mi sarei mai immaginato una situazione simile. Le immagini che vediamo al telegiornale ci dicono che purtroppo la guerra è ancora in Europa e che fare sensibilizzazione alla pace, oggi, è ancora più importante».

In sella alla sua bicicletta, Giovanni viaggia leggero: una tenda, qualche vestito di cambio e una bandiera della pace che non abbandona mai. Il suo viaggiare è lento e questo gli permette di riflettere in profondità sui fatti accaduti in ciascun territorio che attraversa. Tutti lo chiamano “il ciclista della memoria”. Oggi, conclude Bloisi: «la bicicletta è uno straordinario mezzo di comunicazione, in grado di coinvolgere magicamente le persone che incontro».


Chiara Vitali
NP giugno / luglio 2022

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