Il grande sorpasso

Pubblicato il 16-10-2020

di Sandro Calvani

Tutto sta andando come previsto. E il grande spostamento dell’asse del mondo dall’Occidente all’Oriente non è affatto solo economico. Nel 2020 il PIL asiatico supera il PIL del resto del mondo messo insieme. Entro il 2030, si prevede che la regione contribuirà all’incirca il 60% della crescita globale. L’Asia- Pacifico sarà anche responsabile della stragrande maggioranza (90%) dei 2,4 miliardi di nuovi membri della classe media che entrano nell’economia globale.

Secondo i dati della Banca mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, nel 2024 i Paesi asiatici saranno tra i primi cinque Paesi al mondo per dimensione del PIL nel 2024, relegando le economie europee a ranghi più bassi. La crescita economica della Cina è stata velocissima fin dagli anni ‘90, mentre India e Indonesia sono entrate ancora più di recente nella classifica delle dieci economie più grandi al mondo e si prevede che raggiungeranno la posizione di terza e quinta economia entro il 2024 (vedi grafica).

Allo stesso tempo, il Giappone, un’economia consolidata, dovrebbe restare al quarto posto, mentre la Russia salirà al sesto posto. La fiorente classe media asiatica è una delle ragioni del cambiamento continentale del PIL. Mentre la Cina è stata il caso più stupefacente per la crescita del mercato nel XXI secolo, il Paese ha anche una popolazione che invecchia rapidamente e frena pertanto la crescita.

Ma in Indonesia, Filippine e Malesia, l’occupazione continuerà a crescere nei prossimi anni facendo da volano all’aumento del reddito medio disponibile. Quasi ovunque in Asia la rapida crescita comporta anche una serie di problemi, come un divario crescente tra redditi rurali e urbani, sfide importanti alla sostenibilità ambientale e alla governance, finora basata più sull’educazione, la salute, l’efficienza e la competenza che non sulla democrazia e i diritti umani.

Sandro Calvani
NP agosto / settembre 2020

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