Fare le cose insieme

Pubblicato il 24-02-2022

di Maria Claudia Brunello

Un orto ben curato, con un po' di lavanda che segna gli spazi, cosa avrà mai di speciale?
La bellezza che incanta è che chi lo tiene così bene è un gruppo di persone con disabilità varie. Non si limitano a fare, ma ci mostrano per filo e per segno cosa fanno. «Questa parte ve la spiega di più Paolo: a lui piace la teoria! Sa tutto”.
«Qui abbiamo coltivato le carote che ci prepariamo per pranzo».

Ci fanno accomodare su panchine realizzate nel laboratorio artigianale di falegnameria, durante l'inverno che fuori c'è meno da fare. Su ogni tavolo c'è un vaso con i fiori del giardino e i ragazzi ci servono la colazione. È il loro rito mattutino in cui ci fanno entrare con semplicità come ospiti attesi, come amici. Ci guidano in un percorso in cui ci raccontano il loro progetto.
Non usano alcun concime chimico, solo tanto lavoro e passione. C'è la casetta degli insetti, le zucche ornamentali, il laghetto che cerca di mantenere in vita le diverse specie animali del territorio. Nella disposizione il giardino richiama il parco reale di Stupinigi: è veramente molto bello! Il nostro amico Paolo, quando ha saputo del nostro sogno di creare un ortogiardino in cui poter lavorare e formare a una professione dei giovani disabili, ci ha raccontato quello che lui fa tutti i giorni con i suoi ragazzi nella fagianaia di Stupinigi. Ci è venuto il desiderio di andare a vedere.

Negli anni il Sermig è cresciuto chiedendo aiuto, consiglio e da questi ragazzi abbiamo imparato molto. Una cosa che ci ha colpito è la risposta ad alcune domande: «Ma ti piace fare l'orto? No. E sei contento di venire qui? Sì, molto”.
Le due cose stanno insieme: capita a tutti di fare delle cose per cui non ci sentiamo particolarmente portati, ma poi le fai insieme a delle persone che, piano piano, diventano amici. Allora anche le cose che fai diventano belle.
Invitiamo il gruppo a ricambiare la visita e ci vengono a trovare. Certo, della parte agricola i nostri ragazzi ancora non sanno raccontare molto perché ci vengono poco, ma in pasticceria invece si rubano la parola con la spontaneità che li contraddistingue: «Adesso tocca a me, tu hai già parlato troppo». Tutti vogliono spiegare qualcosa.
Vincenzo ha un'idea: per cementare questa amicizia occorre fare una bella tavolata, ci dà appuntamento per un prossimo incontro.


Maria Claudia Brunello
Arsenale dell'Armonia
NP novembre 2021

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