Economia della restituzione

Pubblicato il 27-01-2023

di Mauro Palombo

Si dice che quando manca tutto, non è il più forte che vince, ma chi si aiuta a vicenda. Tra crisi che si succedono, povertà e disuguaglianze che crescono, persone che diventano “di troppo”, si intravedono comunque opportunità non ancora colte: opportunità che chiedono qualcosa in più in termini di impegno e pensiero.
L’economia non è la vita, nondimeno ne è parte, importante: deve infatti soddisfarne le necessità, giorno per giorno. Nel tempo, è riuscita a plasmare la società, renderci “individui”.
I mercati tuttavia non sono trasparenti, con la finanza che prevale sulla produzione e sulla politica.
Evidente che lo scambio sia guidato non tanto da reali bisogni, quanto dal profitto che esige che facciamo del consumo il nostro stile di vita.
Ma le azioni, le scelte in economia, che tanto vanno a incidere sulla vita delle persone, hanno una essenziale valenza etica. Per chi vive una dimensione di fede, l’agire economico di ciascuno è strumento in cui si gioca la fedeltà ai valori della giustizia, del prendersi cura del povero e del debole, e del creato in tutto il suo insieme.

DA INDIVIDUO A PERSONA
Spesso la dottrina parte da un assioma – un principio evidente, tanto da non aver bisogno di essere dimostrato: l’individuo è un homo oeconomicus, che agisce guidato dall’utile e da un’innata avidità. La naturale conseguenza è che il “mercato” debba presiedere a tutto, in piena libertà, capace di dare “il giusto valore” alle cose. Ma è facile rendersi conto che questo presupposto, e quanto ne consegue, non corrisponde affatto a realtà. Non siamo individui, semplici elementi di una specie, ma molto più: persone, creature uniche e insostituibili. Nati come “esseri in relazione”, orientati al bene, capaci di vivere relazioni di fraternità, in cui realizzarsi.
Aperti al bene comune, alla trascendenza… La donna e l’uomo quindi sempre fini di un’azione, e non mezzi per ottenere qualcosa.

PROSPETTIVE “DAL BASSO”
Questo rende concreta la possibilità di cogliere, di generare, nuove opportunità per sostenere le necessità di ciascuno. Osservare "dal basso" la complessa realtà della vita e della società aiuta ad orientarsi verso percorsi e prospettive “a misura d’uomo”, iniziative di solidarietà attiva.
Sono davvero una moltitudine i poveri che ogni giorno “bussano” alle porte dei nostri Arsenali. Ci trovano ad aprire, e ci condividiamo come possibile; ma, al di là dell’aiuto immediato, la richiesta è un percorso per uscire dal bisogno. Che non può che passare dall’esperienza di un lavoro.
Crescendo nell’autonomia, persone libere dal bisogno e capaci di essere, e di fare. Lavoro che sovente non manca, ma sempre più si trasforma, e si allontana dai più svantaggiati.

ARTIGIANI DEL CAMBIAMENTO
Lo spirito della “restituzione” – sentire se stessi, le proprie capacità, tempo, risorse… come un dono ricevuto, e dunque da “restituire” condividendoli a partire dai più bisognosi – ancora una volta è il fondamentale elemento propulsivo con cui costruire.
Nella storia e nel quotidiano del Sermig, la “restituzione” orienta ogni azione, porta a cercare di vivere nei gesti concreti di ogni giorno la dimensione della trascendenza.
Anche nell’iniziativa economica, l’elemento della “gratuità” nello spirito della “restituzione” apre molte strade.
Per condividere, occorre prima produrre… Dunque, siamo aperti da tempo a impegnarci in iniziative economiche condotte in questo spirito: per dar forma e sostanza ad attività di impresa, focalizzate sulla necessità di generare opportunità di lavoro e reddito. Ricercando l’incontro con amici che, grazie ai loro talenti ed esperienze, possano determinare i risultati sperati.
È consolidata la positiva esperienza di far entrare in gioco professionalità, competenze, impegno, tecnologia anche sviluppata ad hoc, condivise nella gratuità per strutturare assieme un progetto efficace nel produrre benefici per i più poveri – qui, come altrove nel mondo.
Nella piena consapevolezza della necessaria sostenibilità di ogni iniziativa, l’incubazione e la startup di attività in una dimensione di “restituzione” permettono di sviluppare con creatività, innovazione, gli elementi per conseguirla.
Per dare sempre più sostanza concreta a una “economia di restituzione”.

ESPERIENZE E PROGETTI
Dopo quella di una innovativa cooperativa di produzione e lavoro positivamente condotta per 15 anni, diverse altre esperienze sono finora potute maturare. Grazie alla disponibilità di competenze per progettare e realizzare elettrodomestici, sei anni fa, assieme ad Astelav, primaria azienda nazionale di ricambistica, si è avviata Rigeneration, un’impresa di recupero e riuso sistematico di lavatrici e altri elettrodomestici; usati e scartati, ma ancora utilmente ricondizionati, e venduti con garanzia a prezzi accessibili. Buoni risultati economici. E occupazionali: diverse persone in estrema difficoltà sono state formate, e stabilmente impiegate in una compagine affiatata.
Ne è germinato anche lo sviluppo di un’attività di produzione in Africa di un modello appositamente studiato di frigorifero fotovoltaico.
Che si unisce ai tanti laboratori e iniziative di generazione reddito negli anni avviate e attive in realtà di povertà nel mondo.
Qualche anno fa l’incontro con Consorzio Equo, una rete di cooperative sociali, che è riuscita a inserire in un’attività di “economia circolare” efficiente, sostenibile, responsabile, ecologica, persone tra i più poveri e ed emarginati dalla nostra società – oggi un migliaio di famiglie in tutta Italia.
Siamo impegnati in progetti congiunti per ampliare il riciclaggio a tipologie di materiali finora poco considerate studiandone opportunità di uso, con importanti contributi a livello universitario. Lavori semplici ma che producano valore aggiunto, con attrezzature facilmente ammortizzabili, e sbocco in un ampio e sicuro mercato.
In vantaggiosa sinergia con la rete già esistente in tutta Italia.

Un altro ambito di particolare interesse è poi l’agricoltura, che ancora molto può offrire, inclusi i suoi risvolti “terapeutici” e di recupero di situazioni di disagio. Dopo interessanti progetti pilota, si cerca di promuovere iniziative sostenibili di “agricoltura sociale”. Puntando a un “mercato di prossimità” tra agricoltori e cittadini, in relazione diretta tra di loro per un percorso produttivo in cui il consumo di prodotti di buona qualità generi a sua volta lavoro.
Nasce una rete di imprese agricole, a forte impronta imprenditoriale – qualità, competenza, servizio, buon rapporto qualità/prezzo, condivisione di fattori produttivi – per una migliore sostenibilità di piccoli produttori, il cui impegno è penalizzato da una commercializzazione che trattiene gran parte del valore aggiunto prodotto.

Anche in questo ambito ci sono spazi concreti da percorrere; che un’azione attorno a un comune spirito di “restituzione” può aprire.
Anche in uno scenario di grandi contraddizioni e difficoltà, è la scelta responsabile di ciascuno, oggi e sempre, a determinare il cambiamento.
 

Mauro Palombo
NPFOCUS
NP novembre 2022

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