Coraggio e libertà

Pubblicato il 01-09-2021

di Corrado Avagnina

Con la pandemia che ci insidia ancora, nonché con tutti i contraccolpi che ha provocato nelle nostre vite, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità… forse finiamo per non pensare ad altro. Ed è comprensibile che questo avvenga.

I mesi segnati dal Covid sono stati e sono tuttora intrisi di timori, paure, stanchezze, lacrime, sofferenze, inquietudini, incertezze, nervosismi, disperazioni… Insomma il virus è salito foscamente in cattedra ed ha occupato tristemente tutta la scena. Ma, pur con la voglia di scrollarci di dosso questa asfissiante cappa di piombo, non ci si può sottrarre ai nodi complessi che il nostro tempo ha in serbo, messi in drammatica evidenza appunto dal coronavirus. Dobbiamo uscire dal tunnel, ma dobbiamo anche farci attenti ai nervi scoperti che ci portiamo appresso. Cogliamo una manciata di questioni aperte, tra le tante che fortemente si impongono all'attenzione.

Ce le suggerisce la sequenza di ricorrenze che ci toccano, dal 25 aprile Festa della Liberazione al 1° maggio Festa del lavoro, dal 160° anniversario dell'Unità d'Italia al 75° della nascita della Repubblica… Sono spunti che segnalano, sul quadrante della nostra contemporaneità, urgenze da non sottovalutare, anzi di assumere in tutto e per tutto. Perché come prima non si tornerà. E molto andrà rimodellato, seriamente. Così l'esperienza della Resistenza al nazifascismo richiama al coraggio della libertà che si fa responsabilità, con la convinzione che per ricostruire dopo lo tsunami da virus occorre rimboccarsi le maniche insieme, proprio come avvenne 75 anni fa sulle macerie della guerra.

Scommettendo sui fondamentali della convivenza democratica, anzi ripartendo dalla dignità alle persone, tutte, indistintamente. E la nostra Repubblica, con una Costituzione sempre attuale, ci chiede di dare sostanza alla democrazia, senza lasciarla scivolare in derive populiste che possono inquietare. Lavorando sodo perché, in giro per il mondo, le democrazie spesso cedono il passo a quelle che ormai si indicano come "democrature" (ove il mix terminologico rimanda a segnali di… dittatura nei fatti). La qualità della politica sarà in un certo modo decisiva, su questi terreni in cui non essere superficiali, mai. L'Unità d'Italia chiede di soppesare quanto non ha funzionato, durante la pandemia, nella gestione regionale dell'emergenza.

I territori vanno raccordati dentro la comunità nazionale e dentro l'assetto europeo, guardando ad un mondo globalizzato e ad un pianeta da non avvelenare… La posta in gioco è alta e delicata. La Festa del lavoro rimette al centro il dato cruciale per il Paese, ormai martoriato su questo fronte da una stagione pesantissima, con buchi neri che mettono i brividi.
Qui si è pungolati come non mai dalle "rivoluzioni" in atto su tutto il fronte dal lavoro, che non c'è più, che cambia, che si modifica… a quale prezzo (?). Insomma c'è di che darsi da fare, appena fuori dal tunnel.


Corrado Avagnina
NP maggio 2021

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