Con il fiato sospeso

Pubblicato il 11-09-2020

di Mauro Palombo

Statistiche attendibili non sono propriamente il punto forte della maggior parte dei Paesi del mondo. Ma è un fatto che la pandemia non ne risparmia nessuno. E se il “primo mondo” è così in ginocchio, che ne sarà allora del “terzo” di mondo? Razionalmente, i timori sono profondi e ben giustificati; in queste settimane, abbiamo cercato di condividerli, e lavorare sull’emergenza per tutto il possibile, assieme a tutti i nostri amici in Africa, Asia e America Latina: missioni, parrocchie, strutture sanitarie, scuole, accoglienze, strutture comunitarie, laboratori, fattorie...

Pressoché in ogni Paese le autorità hanno emanato, alla fin fine, provvedimenti restrittivi; ma che le condizioni di vita, soprattutto nelle metropoli, rendono di fatto inattuabili. Sono milioni e milioni gli uomini, donne, e bambini che vivono a malapena di quello che di giorno in giorno raggranellano: come “fermarsi”? In quale “casa” restare? Le speranze migliori sono a tutt’oggi rappresentate da un clima caldoumido, una popolazione con molti giovani, e presumibilmente con sistemi immunitari già ben “allenati” da tante diverse severe avversità. Mentre le strutture sanitarie sono quelle che sono/non sono. La consapevolezza nella gente della necessità di alcune misure di prevenzione, semplici, e la possibilità di identificare in qualche modo casi sospetti, restano la principale linea di difesa.

In questo scenario difficile come mai, è comunque un tempo di grande relazione e comunione tra tutti noi. Con grande preoccupazione… innanzitutto nei nostri confronti: le notizie sull’Italia volano, ed è anche un continuo ragguagliare sulla nostra situazione, generale e personale. Operativamente, si sono innanzitutto condivise informazioni nelle diverse lingue, le più attendibili – merce preziosa – e complete via via disponibili (specie fonte OMS) su modalità di contagio e quindi di possibile prevenzione, di gestione di cure domiciliari, di gestione in ospedale. Aggiornandoci di giorno in giorno.

Gli apparecchi per l’autoproduzione di ipoclorito di sodio inviati dalla Re.Te. nel tempo, e quelli ancora in qualche modo inviati in questi giorni, lavorano a pieno regime, contribuendo a un po’ di igiene in strutture sanitarie e comunitarie. Con un aiuto veloce in termini di risorse, si sono acquistate per diverse realtà un po’ di mascherine, guanti, disinfettanti, e qualche termometro per fare screening.

Partendo anche da qualche esperienza italiana, si è documentata e organizzata in alcuni dei tanti laboratori di cucito realizzati, una produzione di mascherine, che in qualche modo aiutino. Così come si è avviata la produzione artigianale di sapone in villaggi e periferie, condividendo conoscenze e recuperando metodi e abilità ancora presenti nelle comunità. Un po’ di aiuti hanno permesso di partire, in breve tempo.

I tanti progetti realizzati e quelli in corso si trovano a ridefinire per un tempo la loro vita. Chi gestisce scuole, le ha dovute chiudere; ma sovente si continua ad ospitare studenti che vengono da lontano, senza abbandonare a se stessi gli insegnanti e avere continuità per quando si riaprirà. Chi gestisce accoglienze per ragazzi di strada, si trova ad accoglierne ancora altri senza i consueti programmi e tempi, ma valendosi di tanta esperienza e amore per la vita. Chi lavora presso comunità povere si trova presto a dover dare assistenza a emergenze alimentari. Ci siamo e ci saremo anche noi, con condivisione e sostegno. Insieme, come sempre.

Mauro Palombo
NP maggio 2020

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