Riprendere i sensi...

Pubblicato il 19-10-2012

 

Brasile: Con il tema “Fatti per grandi cose” si è svolta il 19 maggio a San Paolo in Brasile la terza edizione di “Conta comigo”, iniziativa per i giovani promossa dall'Arsenale della Speranza con l'obiettivo di condividere esperienze e attività sociali promosse dal Sermig e costruire un mondo più pacificato e solidale. Un'iniziativa inserita nel cammino di preparazione alla grande Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Rio de Janeiro nel luglio 2013.

Se date un’occhiata al blog o alla pagina Facebook dell“Arsenal da Esperança troverete molte foto di ragazzi e ragazze che sono passati da noi negli ultimi tempi. Sono tanti! Può sembrare un’affermazione semplice, addirittura banale, ma è il segno di come l’Arsenale della Speranza di San Paolo in Brasile sta cambiando, cercando di realizzare un progetto che non è “nostro”, ma è un progetto d’amore per i giovani, poveri e ricchi, di strada e di buona familia, del centro e della periferia.
Il 19 maggio 2012 abbiamo realizzato la terza edizione del “Conta Comigo”, un appuntamento nato per dire ad ogni giovane: “Contiamo su di te per fare cose grandi!”. Pensandoci bene, il Brasile di oggi sembra utilizzare lo stesso principio: divenuto ormai la sesta economia mondiale, sta offrendo lavoro, corsi universitari, specializzazioni... ad un ritmo incalzante, puntando esattamente sui giovani. Unica clausola: “crescere in fretta” e in modo strettamente funzionale ad un modello di societá basato sulla competizione, il successo e il prestigio personali.



Questo tipo di mentalità prevalente non ci piace e non è una questione di gusti, bensì di fatti. Da sedici anni siamo impegnati quotidianamente ad accogliere centinaia di persone che sono rifiutate o rifiutano questo tipo di modello. Le oltre 40.000 persone che sono passate di qua, ci hanno “allenati” ad ascoltare, a vedere i problemi e a tendere la mano per provare a risolverli. “Sentire”, “vedere”, “toccare” sono parole rivoluzionarie in una società sempre più asettica: auricolari, occhiali scuri e aria condizionata... tutti sembrano aver “perso i sensi”, diventando sempre più sordi e ciechi a tutto ciò che “disturba” perché non produce ricchezza.
Il 19 maggio abbiamo “asciugato” le parole e abbiamo puntato tutto sui “sensi” o, meglio, sul senso di una storia iniziata la sera in cui Ernesto ascoltò le parole di quel giovane che gli chiese: “Tu, Olivero, questa notte dove dormi?”, domanda che lo portò a vedere la realtà di uomini e donne “invisibili”, bisognosi di una risposta concreta.

Nel “Conta Comigo”, gli ospiti dell’Arsenale della Speranza hanno riprodotto quella scena, rivolgendo le loro domande reali direttamente ai giovani presenti: “Io sono senza casa... Io sono uscito dalla prigione... Io vorrei liberarmi dalla droga... E voi, come potete aiutarmi?”. La storia del Sermig ci dice che nessuno è troppo giovane da non poter dare anche solo una piccola risposta a domande cosí difficili.

I 250 partecipanti sono stati divisi in quindici gruppi che, insieme agli stessi ospiti dell’Arsenale, hanno preparato piatti, bicchieri e posate per servire i 1200 pasti della sera, hanno sistemato le lenzuola e le coperte di 150 letti, hanno fatto il pane, piegato asciugamani, costruito panche di legno... mentre altri giovani si sono messi a disposizione per spazzare le strade del quartiere, bussare ai portoni dei palazzi per chiedere riso, fagioli, farina e zucchero, visitare gli anziani di un ospizio e i banbini di una comunità per minori.

L’incontro à durato una mattinata, ma crediamo abbia reso visibile, anche se per poco tempo, quello che possiamo fare e siamo chiamati ad essere: una comunità, in cui i giovani sono al primo posto per “fare storia”, una storia aperta, nuova, che passa dalle nostre mani, dalle nostre menti e dai nostri cuori e non una storia giá vista, pensata per servire interressi ristretti, personali, escludenti.

“Dai giovani nasce il futuro, in loro sono seminati la santità, l'intraprendenza, il coraggio...”, ma hanno bisogno di un esempio diverso, costante, concreto che gli offra la possibilità di educarsi, di esprimere pienamente le loro potenzialità e di vivere una spiritualità che è possibile sentire e condividere. Se i giovani “riprenderanno i sensi”, il mondo può cambiare.

Simone Bernardi

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FOTO LORENZO NACHELI


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