Un po' più in là

Pubblicato il 22-03-2021

di Arsenale della Piazza

 

Nel silenzio delle stanze vuote chiudo gli occhi per vedervi
E arrivate di corsa, felici, imbronciati, arrabiati per finta..

I primi a volare sono gli zaini pesantissimi con dentro tutta la scuola e i compiti che non finiscono mai. Giacche, cappelli, guanti e sciarpe finiscono appesi su appendini immaginari per terra, sotto gli armadi, tanto poi si trova tutto. Ci sono guanti che sono passati nelle dita di tutti i bambini senza mai ricongiungersi e cappelli ritrovati in un baule dopo anni. Qualcuno si toglie le scarpe per far mettere più facilmente le radici ai piedi

Ci si saluta battendo un cinque cosi’ forte che puoi girare su te stesso sino a 50 volte. Tutti non vedono l’ora di volare per staccarsi da terra il più presto possibile. L’energia ha gia’ riempito le stanze e ha trasformato tutto e tutti, i visi ora sono sereni e gli occhi luminosi.

Ci si siede per terra uno accanto all’altro e ci sentiamo subito fratelli. Chi cerca un abbraccio, chi pensa a uno scherzo, chi, con un sorriso, sta studiando un dispetto…e arriva il silenzio che porta un sacchetto, lo riempiamo di sogni, di braccialetti colorati di monetine risparmiate…e cantiamo…le parole quasi mai accompagnano la musica, chi le dice prima, chi le dice dopo... Il ritornello, si, quello lo sappiamo tutti, è  li’ che diamo il massimo per vedere quanto sono forti le nostre pareti. 

La giornata e’ appena cominciata. Nelle aule, angeli che al posto delle ali hanno penne e pennarelli, aspettano i bambini, e si inventano di tutto per aiutarli a leggere parole difficilissime con e senza accento e a risolvere i problemi piu’ complicati. In una stanza si balla, c’e’ la musica e il ritmo veloce risveglia le ginocchia piu’ pigre. Dall’altra parte camici enormi con le maniche arrotolate mille volte vestono bambini pittori, impegnati, con pennelli giganti e secchi colmi di colori, a riempire di blu anche le nuvole del cielo. Su al primo piano, piu’ vicino al cielo, si fanno girotondi cantando filastrocche prima a uno, piano, poi a dieci, velocissimi. Qui si imparano le tecniche di volo e i bambini, sino a 15 su un tappeto volante, diventano Abitanti del Cielo.

Ovunque a Felicizia si respira pace: al “pa” si prende l’aria e si gonfia la pancia come un palloncino, al “ce” si lascia andare l’aria, la pancia si sgonfia e, come un palloncino, si vola fra le stelle.
 Riapro gli occhi, seduta accanto c’è Regina Gentilezza che mi guarda e sorride. Mi dice che non ho sognato, ho visto solo un po’ più in là, mi accarezza e mi dice “io sono sempre con voi”.

Onofrio Colella

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