Questo inverno passerà

Pubblicato il 22-01-2021

di Arsenale della Piazza


 

Giocare a buttare la spazzatura insieme a mamma, occhi furbi e sorriso sotto i baffi per i pochi minuti d'aria rubati al virus al posto di tua sorella. Trovare abbandonata per terra la maglia del signore del piano di sopra, raccogliere il prezioso bottino che ti permette di prolungare di qualche minuto ancora il gioco e l'avventura fuori di casa e raggiungere a piedi il secondo piano, bussare piano alla porta aspettandoti una dolce ricompensa e trovare un fantasma chiuso dentro la sua casa che annuncia il pericolo della sua malattia e del tuo possibile contagio passato attraverso un pezzo di stoffa e un gesto gentile.

Correre al piano di sotto, alzare le barricate per dividere i pochi metri quadrati disponibili tra sani e malati, tu e mamma da una parte, tua sorella dall'altra. Papà non esiste e occupa uno spazio in meno, per una volta è una fortuna in una casa dove ogni centimetro quadrato è vita. Stare segregato dentro metà della metà della tua stessa casa, fare i turni per mangiare, andare in bagno e guardare la tv, le tapparelle sempre giù per non contrarre o diffondere altro veleno, eliminare la luce del sole come se fossi una pellicola da sviluppare e proteggere dai raggi solari con l'unica raccomandazione diventata legge di stare coperto, di stare al coperto, di stare sotto coperta, di non toccare niente e non avvicinare nessuno, neanche mamma, soprattutto mamma.

Ammalarti come una pianta che avrebbe bisogno di acqua e luce e senza appassisce e deperisce. Il corpo coperto di macchie, ammalato per l'assenza di luce e calore, coccole e carezze, l'eccesso di stress e di tensione per essere diventato velenoso e pericoloso, mentre tua sorella dice anche che le hai rubato la mamma e per protesta, smette di leggere, contare e scrivere. Passare i giorni di quarantena come una tortura e quanto puoi uscire non voler uscire perché ti senti come un mostro maledetto da cui tutti scapperanno e di cui tutti avranno paura, come tua sorella ti dimostra nei suoi attacchi di gelosia fingendosi terrorizzata per riprendersi finalmente le coccole e gli abbracci di mamma che tu gli hai tolto.

Incontrare un dottore che ti raccomanda di raggiungere il mare per guarire e non avere i soldi per farlo. Chiedere aiuto per prendere la tua medicina che si chiama mare. Ad amici, parenti e conoscenti. Iniziare a raccogliere monete, a risparmiare su gelati, giochi e caramelle e a riempire un barattolo che diventa ogni giorno più pesante. Abbattute le barricate, tornare a giocare tutti nella stessa squadra senza più crisi di pianto e di gelosia, piccoli gnomi che devono realizzare il loro miracolo e per rimediare al contatto con quel pezzo di stoffa maledetto e alla loro eccessiva gentilezza, devono andare in vacanza per guarire. Trovare uno zio che conosce un amico che ha una casa vicina ad una spiaggia bagnata dal mare e partire.

Vedere quasi la pelle ridiventare normale mentre tua sorella continua a non leggere, contare e scrivere, se no che vacanza sarebbe? Ritornare a casa, ritornare a scuola, ritornare a combattere. Non vuoi lo zaino nuovo perché hai scoperto quando è bello andare in vacanza e vuoi riempire subito quel salvadanaio per partire tutti insieme un'altra volta. Il lavoro è poco, i pullman sono pieni ed è meglio non prenderli. Papà puoi di nuovo vederlo, ma non vuoi mai più vederlo e ti attacchi alla gonna di mamma, che ti iscrive a teatro, ma dicono che sei troppo agitato ed è meglio che fai qualcos'altro, ti iscrive a karate ma dicono che sei troppo agitato ed è meglio che non ti fai più vedere, ti iscrive a calcio ma tu piangi perché vorresti fare karate con tua sorella. La scuola per fortuna, almeno quella, rimane aperta.

Anche l'Arsenale della Pace chiude, meglio non vedersi, meglio non toccarsi. Però possiamo sentirci. Due volte alla settimana. Stesso giorno, stessa ora, stesso tablet. Prima tu e dopo tua sorella. Oppure prima tua sorella e dopo tu. Aspettare in compagnia della tv non è un problema. Sembra solo leggere, contare e scrivere insieme. E' non aggiungere un altro abbandono alla collezione. E' provare insieme ad essere più forti. Dei mostri e delle maledizioni. I quaderni che si riempiono di lettere e numeri, il salvadanaio dove una moneta si aggiunge ad altre monete. Mamma che si riposa, si fa bella e cucina qualcosa di buono. Mamma che è contenta perché poi a scuola va meglio, tu e tua sorella siete più bravi, prendete dei voti belli, una volta addirittura anche dieci, quello con la lode, e un po' siete contenti anche voi. Questo inverno passerà presto. Devi solo trovare il modo di ammalarti in tempo per costringere il dottore a mandarti di nuovo in vacanza. Era tutto più bello al mare, sarebbe proprio un peccato stare così bene da non poterci tornare. 

Marco Grossetti
Da Nuovo Progetto gennaio 2021

 

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