Oltre il cortile di casa nostra

Pubblicato il 24-09-2024

di Paolo Lambruschi

Sempre troppo poco spazio nei media italiani all’Africa e ai suoi personaggi positivi che potrebbero cambiare una narrazione tossica sul continente del nostro destino. Per il quinto anno Amref Health Africa-Italia con l’Osservatorio di Pavia ha presentato il rapporto L’Africa MEDIAta che ha l’obiettivo di analizzare come e quanto i media italiani raccontino il continente. Dove è in corso un cambiamento profondo, inarrestabile e rivoluzionario che vede protagonisti i giovani e le giovani per costruire un futuro sostenibile. Ma i media italiani purtroppo continuano a raccontare l’Africa come un luogo privo di speranza e pieno di problemi, almeno quando trova spazio.

Il dossier 2024 è strutturato in due parti: la prima dedicata all’informazione complessiva sull’Africa, persone africane e afrodiscendenti nei media tradizionali; la seconda alla rappresentazione mediatica e alla presenza nei social network dell’attivismo giovanile africano. Un dato positivo almeno per la carta stampata c’è. Il 2023 registra infatti il maggior numero di notizie sull’Africa degli ultimi 5 anni, con la presenza nei 6 principali quotidiani (tra cui Avvenire, quello piazzatosi meglio) di 16 notizie in media al mese (+3 rispetto al 2022). Ma questo non si traduce in una maggiore attenzione ai contesti africani: 2 notizie su 3 sono infatti ambientate in Italia o in Occidente e riguardano cronaca e migrazioni (80,2%, dato in aumento). L’impegno del governo rispetto alle questioni africane ha aumentato la copertura: dal memorandum ue-Tunisia al Patto Italia-Albania, fino agli accordi con la Libia. Le migrazioni sono il tema principale anche delle notizie ambientate in Africa con il 42% dei titoli. Negli anni scorsi invece erano predominanti guerra e terrorismo. I temi maggiormente raccontati sono le condizioni dei migranti nei campi profughi, i naufragi, le visite della premier Meloni nei Paesi africani.

Anche nei notiziari del cosiddetto prime time e nei programmi di infotainment, a differenza degli anni precedenti dove pandemia e guerra in Ucraina, avevano registrato una diminuzione di notizie, il 2023 ha visto un rinnovato interesse per l’Africa. Nei tg sono state rilevate 3.457 notizie, il numero più alto dopo il 2019. Si conferma anche in questo caso una prevalenza della copertura su migrazioni e fatti di cronaca nel contesto occidentale, oltre che sull’intensa attività istituzionale di Meloni e iniziative come il Piano Mattei. L’attenzione verso notizie direttamente legate a persone, temi e fatti del continente africano rimane decisamente bassa con una media dell’1,9% rispetto alle notizie sull’Africa e una prevalenza di informazioni su guerra, terrorismo e cronaca con ampia copertura del terremoto in Marocco e dell’alluvione in Libia. Purtroppo, di attiviste e attivisti africani nei media italiani si parla davvero con il contagocce. Un dato su tutti lo testimonia: del totale degli intervistati nei tg di prima serata (50.573), vi è appena 1 attivista africano ogni 919 persone, ovvero lo 0,1% di presenza complessiva.

Tendenza confermata anche nei programmi di infotainment analizzati su sette reti televisive: su 61.320 ore trasmesse in un anno sono stati rilevati, in aumento rispetto allo scorso anno, 1.061 riferimenti all’Africa, in media uno ogni 58 ore di programmazione. La visibilità degli attivisti africani – e ancor più delle attiviste – si è rivelata debole nei palinsesti italiani. Principale responsabile è la dominanza di un interesse per l’Africa spinto da motivazioni e preoccupazioni interne, che si è tradotto in discussioni televisive tra ospiti italiani sulla questione migratoria. Se vogliamo capire l’Africa dobbiamo imparare a conoscerla attraverso le persone che la stanno cambiando e per quello che sta diventando, non solo per quello che tocca direttamente il cortile di casa nostra.
 

Paolo Lambruschi
NP giugno / luglio 2024

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