Felicizia, la città dei bambini

Pubblicato il 21-12-2019

di Annalisa Goria

Qui ognuno è contento di essere se stesso.
Noi stiamo bene insieme e questo nessuno potrà cambiarlo.

Samira, 9 anni

 

Martedì 17 dicembre è stato presentato il libro Felicizia, la città dei bambini.

Come nasce questo progetto?

Un anno fa, in occasione della visita del Presidente della Repubblica, i bambini dell'Arsenale della Piazza hanno conferito a Sergio Mattarella la cittadinanza onoraria di Felicizia. Il 31 dicembre 2018 il Presidente ha ricordato questo gesto parlandone nel messaggio di fine anno agli italiani. Da quel momento anche diversi giornalisti hanno voluto scoprire cosa fosse questa "città", e la casa editrice Mondadori ha contattato l'Arsenale per scrivere delle storie ad essa ispirate.
 

Ernesto negli anni '90 aveva scritto una serie di racconti intitolati "Nel paese che conosco solo io". Come dice Onofrio, "Ha dovuto aspettare 40 anni perchè arrivasse una bambina cinese a dare un nome a questo paese". Una bambina che voleva dire "felicità" e "amicizia", e fuse le due in una sola magica parola.
 

Felicizia prende forma concreta all'interno della Piazza, uno spazio desiderato dalle famiglie di Porta Palazzo. Dieci anni fa, alcune mamme chiesero un posto dove i loro bambini potessero andare a giocare in tranquillità. Questo posto non c'era, andava inventato.
 

Fatima e Walid, i bambini di allora, se lo ricordano bene: "Ho trovato un clima talmente accogliente che mi sono sentita subito a casa. Non vedevo l'ora di venire al Sermig. Sono felice di essere cresciuta così". Bambini grandi che adesso desiderano restituire il bene che hanno ricevuto: "Voglio essere come quell'animatrice che quel giorno mi ha detto che mi voleva bene."
 

Felicizia si costruisce ogni giorno con ciò che impariamo: ne è un esempio "il ballo della Gentilezza", all'interno del progetto internazionale Dance for kindness. Una volta all'anno, nello stesso giorno, in 51 nazioni diverse si balla sugli stessi passi, sulla la stessa musica. "Al di là di tutte le differenze, insieme si può ballare all'unisono di cuori, non solo di passi e di piedi", commenta l'insegnante di danza Sara.
 

Felicizia diventa più solida ogni volta che ricordiamo che i bambini "sono il bene più prezioso che abbiamo, ed è un privilegio vederli crescere" – osserva la volontaria Catherine – Dire "ci sono e ci sarò" è la cosa più importante che possiamo fare come adulti".


Annalisa Goria


Presentazione del libro "Felicizia, la città dei bambini

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok