Ecco che cos'è Felicizia

Pubblicato il 16-01-2019

di Arsenale della Piazza

Il reportage su Felicizia di Lorenzo Montanaro per Famiglia Cristiana, foto di Paolo Siccardi.

Siamo stati all'Arsenale della Pace di Torino, dove è nata la parola che il presidente Mattarella ha citato nel discorso di fine anno.



Si tratta di una città immaginaria, ma al tempo stesso reale, in cui 200 bambini di 25 nazionalità dimostrano ogni giorno come la felicità derivi dall'amicizia. "Una favola a cui dobbiamo credere anche noi adulti", ha detto il capo dello stato.

Disegnare un futuro di pace cantando in cerchio, giocando a pallone, andando sui pattini, facendo teatro. Esiste un luogo dove l'amicizia è la via maestra per avvicinarsi alla felicità e dove l'attenzione agli altri detta le regole di vita. Si chiama Felicizia (termine che nasce, appunto, dall'incontro tra le parole "felicità" e "amicizia"). Può sembrare una favola ingenua. Invece è una realtà tangibile, al punto che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto citarla nel discorso di fine anno. "Qualche settimana fa a Torino alcuni bambini mi hanno consegnato la cittadinanza onoraria di un luogo immaginario, da loro definito Felicizia, per indicare l'amicizia come la strada per la felicità", ha detto il capo dello Stato. "Un sogno, forse una favola. Ma dobbiamo guardarci dal confinare i sogni e le speranze alla sola stagione dell'infanzia. Come se questi valori non fossero importanti nel mondo degli adulti. In altre parole, non dobbiamo avere timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società". Siamo andati a conoscere i protagonisti di questa "favola vera": 200 bambini e ragazzi di 25 nazionalità diverse. Sono stati loro, lo scorso 26 novembre, a consegnare al presidente Mattarella la particolarissima cittadinanza onoraria.
Il nome, ma soprattutto lo spirito di Felicizia, nascono a Torino, nel cuore dell'Arsenale della Pace. In un'ex fabbrica d'armi trasformata in spazio di accoglienza, da 55 anni la fraternità del Sermig (Servizio Missionario Giovani), il gruppo fondato nel 1964 da Ernesto Olivero, si prende cura degli ultimi, vivendo i valori dle Vangelo. E' in questo contesto che, nel 2007, è nato il progetto "Arsenale della Piazza". "Sono state alcune mamme del quartiere a cercarci", racconta Alberto Rossi, 50 anni, membro della fraternità del Sermig. "Ci hanno chiesto una mano per rendere più accoglienti e più sicuri i loro giardini davanti alla nostra sede, dove i loro figli si ritrovavano a giocare".
Le loro preoccupazioni erano fondate. Siamo nel multietnico quartiere di Porta Palazzo, meta di antiche e nuove immigrazioni, zona di grande vitalità, ma anche di endemiche tensioni sociali, con episodi di delinquenza, spaccio di droga e degrado. Per offrire uno spazio di crescita sano, il Sermig ha iniziato a colorare il quartiere con giochi e attività di gruppo. Ma ben presto il progetto si è ampliato. "Solo il 20% dei nostri piccoli amici sono figli di genitori italiani. La maggior parte di loro provengono da famiglie immigrate", prosegue Rossi. "Per questo è fondamentale offrire loro anche un sostegno scolastico, a cominciare dallo studio dell'italiano". Così ai giochi si sono affiancati i compiti, grazie al coinvolgimento di decine di volontari e oggi chi frequenta l'Arsenale della Piazza può contare su un sostengo a tutto campo.
Cinque anni fa "eravamo seduti in cerchio, in un momento di restituzione, durante il quale stavamo condividendo ciò che di bello avevamo ricevuto in quella giornata", ricorda Marco Grossetti, 34 anni, anche lui del Sermig. "A un certo punto, Elena, una bimba di origini cinesi (oggi studentessa delle scuole medie), ha detto: "Questa per me è una felicizia!". Lo ha detto quasi per sbaglio, ma quella parola ci è sembrata davvero adatta alla nostra realtà".
Felicizia è retta dalle "leggi del cielo", che i bambini conoscono a memoria. Poche regole, ma universali e profonde. Tra queste: non puoi essere felice se chi ti sta accanto è triste; tratta gli altri come vorresti essere trattato tu; se ci credi con tutto il cuore i sogni si avverano. Regole che le famiglie apprezzano, indipendentemente dall'appartenenza religiosa (l'incontro tra cristiani e mussulmani è vissuto con naturalezza). "Spesso emergono storie familiari difficili, ma cerchiamo di far respirare un clima di serenità".
Ed eccoli, in cerchio, i cittadini di Felicizia. Abbiamo incontrato un gruppo delle elementari, tra i 7 e gli 11 anni: Yasmine, di origine marocchine, che emozionatissima, il 26 novembre ha consegnato al presidente la pergamena con la cittadinanza onoraria; Prince (di famiglia nigeriana) che al capo dello Stato ha voluto dare un abbraccio; Issata (originaria della Sierra Leone), che all'Arsenale ha scoperto la passione per la musica e sogna di diventare una cantante; Mohamed, innamorato del calcio, come il suo amico Aboubakar (di famiglia senegalese). Volti di un futuro possibile "che ci aiutano a riscoprire il valore evangelico del tornare bambini", dice il fondatore del Sermig Ernesto Olivero.

Lorenzo Montanaro

Da Famiglia Cristiana, 13 gennaio 2019
http://www.famigliacristiana.it/
Foto di Paolo Siccardi






















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