Caro don Giuseppe
Pubblicato il 24-12-2020
Don Giuseppe,
ti ho incontrato la prima volta nella parrocchia di San Vincenzo De Paoli, in Via Sospello.
Ricordo la confusione di gente attorno a te: condividevi tutto con tutti, la fede, l’amicizia, la casa, i tuoi beni…
Nulla era tuo, tutto ciò che eri e ciò che avevi era di tutti.
Le aule di catechismo piene zeppe di bambini, l’oratorio debordava di ragazzi che formavi umanamente e alla fede, i giovani ti seguivano come un padre, tutto l’anno anche d’estate nelle settimane di campi a Melezet.
Tu sempre presente, 24 ore su 24 perché il pastore non lascia mai il suo gregge incustodito!
Ero rimasto incantato del Vangelo vissuto nella tua parrocchia.
I nostri sguardi si erano incrociati in quel primo incontro e non ci siamo più lasciati.
Sei diventato pastore anche del popolo del Sermig.
In anni in cui quasi nessuno credeva in noi, ci hai dato fiducia e ci sei rimasto sempre fedele.
Non sei mai mancato ad un nostro appuntamento, alla preghiera del martedì, ai momenti importanti della nostra vita.
Poi dalla Parrocchia di San Vincenzo sei stato mandato alla Resurrezione.
Ad ogni spostamento ricominciavi da capo, mettevi in gioco la tua anima, tutto.
Quando è stato il tempo del riposo è stato normale proporti di venire a vivere con noi.
La salute non ti ha accompagnato, i tuoi problemi si sono acuiti ma sei sempre stato fedele, sei sempre stato pastore.
Ora la nostra amicizia si è spostata in Cielo, sei con tanti dei tuoi cari, con tanti parrocchiani che hai accompagnato e che questa mattina sono venuti ad accoglierti, sei con la mia Maria e con alcuni dei primi amici della nostra Fraternità.
Un pezzo delle tue parrocchie e dei nostri Arsenali sono anche in Cielo: da lì, caro don Giuseppe, continuiamo a camminare insieme!
Il nostro grazie è racchiuso in cinque parole: ti vogliamo bene per sempre.
Ernesto Olivero
e la Fraternità del Sermig