In mezzo ai piccoli

Pubblicato il 22-09-2025

di Redazione Sermig

Il 24 maggio 2014, durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa, papa Francesco ha incontrato nella Chiesa Latina al Luogo del Battesimo una rappresentanza di rifugiati e di giovani con disabilità. È stato un incontro fortemente desiderato, perché anche in quel viaggio – ancora relativamente all’inizio del suo pontificato – aveva voluto mettere al centro i più piccoli, che di quel momento sono stati davvero i protagonisti. Si è creato fin da subito un clima familiare, poco usuale per la maggioranza delle persone presenti in un appuntamento così ufficiale, che ha davvero lasciato il segno nel cuore di tutti.

Eravamo presenti con le bandiere della pace, a sventolarle i giovani che accogliamo per i servizi all’Arsenale dell’Incontro, alcuni degli educatori e dei volontari, anche loro uniti insieme davvero come una sola famiglia. Abbiamo animato alcuni canti durante l’incontro e uno dei nostri giovani ha portato la sua testimonianza e salutato il Papa a nome di tutti.

Nelle sue parole (che aveva scritto lui con il suo papà) c’era la fotografia del suo cuore e di quello che tentiamo di vivere insieme ogni giorno: «Sua Santità, benvenuto in Giordania! Grazie per la Sua Presenza tra noi! Mi chiamo Donis. All’Arsenale dell’Incontro ho avuto la possibilità di conoscere, studiare, di sperimentare l'amore e la compassione. Ho trovato tanti amici e compagni che mi vogliono bene. Sì, siamo diversi tra noi ma ci rispettiamo gli uni gli altri. Le nostre differenze anziché dividerci ci insegnano come sia possibile vivere insieme e ci permettono di fare insieme cose speciali. In questo momento devo ancora completare il mio percorso riabilitativo e educativo. Ho ancora un problema alla gamba sinistra che è più corta dell`altra. Ringrazio Dio per tutto quello che mi ha donato. Ringrazio la mia famiglia di origine e la mia seconda famiglia che è l'Arsenale dell'Incontro. Loro mi stanno sostenendo e insegnando che la vita non si ferma di fronte a un problema difficile e che, se mi lascio aiutare, si aprono di fronte a me possibilità importanti per il mio futuro».
Il Papa lo ha detto prima di tutto con i suoi gesti e poi nel suo discorso con queste parole: «Il luogo in cui ci troviamo ci ricorda il battesimo di Gesù. Venendo qui al Giordano a farsi battezzare da Giovanni, Egli mostra la sua umiltà e la condivisione della condizione umana: si abbassa fino a noi e con il suo amore ci restituisce la dignità e ci dona la salvezza. Ci colpisce sempre questa umiltà di Gesù, il suo chinarsi sulle ferite umane per risanarle. Questo chinarsi di Gesù su tutte le ferite umane per risanarle!»

L’abbraccio e le parole che si sono sussurrati in privato hanno suggellato un incontro semplice ma profondo, segno di una paternità materna che si mette al tuo fianco, così come sei, chiunque tu sia. Perché ti vuole bene. E diventa segno concreto dell’Amore di Dio per ognuno di noi. Grazie papa Francesco per esserti chinato incessantemente sui piccoli e sui feriti con Gesù e nel Suo nome per una vita intera, fino all’ultimo respiro. Grazie perché questo tuo abbassarsi ha parlato oltre ogni confine di cultura e anche di fede. Lo vediamo in questi giorni, in cui la tua partenza per il Cielo ha colpito tutti anche qui. Ne facciamo tesoro, perché continui a vivere in mezzo a noi, anche nel tuo ricordo.


A cura della Redazione
NP giugno 2025

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