L'impegno per la pace

Pubblicato il 30-08-2022

di Arsenale dell’Incontro

Nei giorni successivi all’inizio della guerra in Ucraina ci è capitato spesso di incrociare qualche sguardo interrogativo e di ricevere varie domande su quello che stava succedendo.

Qualcuno era preoccupato di capire cosa stava capitando in Italia e all’Arsenale, come stavamo vivendo questa situazione così particolare, con l’atteggiamento di chi ha un pezzo di famiglia anche lì e vuole sincerarsi che stia bene.

Qualcun altro era colpito dalle grandi mobilitazioni per chiedere la pace, che, viste con gli occhi di chi purtroppo è abituato ad avere la guerra vicino a casa, hanno creato un certo stupore.

Viste le tante domande e la preoccupazione che anche qui si respira per l’impatto economico che avrà quello che sta succedendo (molti Paesi del Medioriente importavano gran parte del grano che utilizzano per il loro sostentamento proprio da Ucraina e Russia) abbiamo pensato di condividere sia con i nostri dipendenti sia con i volontari quello che sta succedendo all’Arsenale di Torino, per aiutarci a trovare insieme segni di speranza anche in un tempo difficile come questo. È stato bello vedere gli sguardi interrogativi riempirsi di stupore e riconoscenza per tutto quello che sta avvenendo nel cortile dell’Arsenale. Vedere che quel bene incoraggia anche noi a dire che nessuno vuole la guerra e tutti i problemi, le fatiche e le enormi sofferenze che porta con sé.

Abbiamo ripercorso insieme il ragionamento che Ernesto Olivero ha fatto sulle armi che uccidono sei volte per ricordarci che non possiamo abituarci alla guerra o accettare che sia normale. E guardando le immagini dei tir che partivano dall’Arsenale è stato chiaro che noi possiamo essere una risposta alla guerra, anche se tante volte ci sembra impossibile. Dopo l’incontro diversi si sono avvicinati e ci hanno chiesto come possono dare una mano, come possono tradurre quello che ci siamo detti nel quotidiano.

Il nostro impegno per la pace passa oggi più che mai per l’accoglienza dei più piccoli, l’insegnare loro la pace attraverso i nostri comportamenti: il rispetto di tutti, l’amicizia, la gentilezza. Dall’essere maggiormente consapevoli che ci è dato di costruire la pace partendo da noi stessi, dai nostri atteggiamenti, dalla nostra famiglia, dal luogo di lavoro perché, se tutti ci rafforzassimo nel rifiutare la logica della violenza, dell’egoismo, dell’ingiustizia, la guerra non troverebbe strade per cui infilarsi e raccogliere consensi. Forse agli occhi dei “grandi” potrà sembrare utopico o semplicistico, ma noi sappiamo per esperienza che non è così, non c'è altro modo che questo per sperare che la pace torni ad abitare la nostra terra. Qualcuno il giorno dopo è arrivato con un’offerta, qualcun altro si è lasciato coinvolgere nella catena di preghiera per la pace, qualcun altro ci ha ringraziato dicendo che ci voleva proprio questo segno di bene in un tempo in cui ti sembra che il male venga fuori da tutte le parti.

Non sappiamo ancora dove ci porterà tutto questo, ma aver toccato con mano che la pace è desiderio di tanti di tutte le nazionalità, religioni, condizioni sociali e che vivono a tutte le latitudini, ci incoraggia a continuare a cercarla ogni giorno con forza.


Arsenale dell'Incontro
NP aprile 2022

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