BRASILE: Giovani all’Arsenale della Speranza per “ridisegnare il mondo”

Pubblicato il 22-05-2018

 

I muri e le frontiere che ci dividono esistono, ad ogni latitudine, ma esiste anche la possibilità di attraversarle o di eliminarle! C’è bisogno di qualcuno che ci creda e che si metta a disposizione. I 250 giovani – di scuole, facoltà, parrocchie e associazioni della Città di San Paolo – che hanno partecipato lo scorso sabato, 19/05, al 9° incontro “Conta Comigo” (Conta su di me), promosso dall’Arsenale della Speranza, hanno dimostrato concretamente che se si è disponibili a costruire “possibilità di convivenza” all'interno di una società molto divisa e violenta, allora è possibile RIDISEGNARE IL MONDO.  


Nella prima parte della mattinata, i ragazzi si sono trovati di fronte ad una grande parete
, un’installazione formata da centinaia di pagine di libri, in diverse lingue, che rappresentavano diverse culture e modi di pensare: non sempre capiamo cosa c’è scritto, ma è impossibile negare che ognuna di queste pagine contenga un messaggio importate, tanto quanto il mio o della mia cultura.




La bellezza e l’originalità di questo “muro”
stava proprio nel fatto che non c’erano due pagine o due messaggi uguali, ma tutti unici e con un contenuto irripetibile: non c'è un messaggio che sia migliore o peggiore, più o meno importante, nessuna pagina può essere scartata, se non con il rischio di perdere un valore, un’idea nuova: nessun umano può essere scartato, ignorato, calpestato... ma al contrario va incontrato, conosciuto, aiutato e questo arricchisce la vita di tutti!




Questo è ciò che è avvenuto durante il Conta Comigo 2018
, piegando asciugamani, spazzando corridoi, foderando materassi e cuscini... lavorando insieme (che già di per sè significa “abbattere frontiere”), ognuno facendo il bene che era alla sua portata, per aiutare le tantissime vite che ogni giorno passano dall'Arsenale della Speranza...



Nella seconda parte della mattinata, i ragazzi hanno conosciuto una di queste vite
, quella di Lavi Kasongo Israël, de Kinshasa (R.D. Congo), che, molto emozionato, ha condiviso un po’ della sua storia, di quello che ha significato per lui “attraversare tante frontiere” e di come la sua arte – Lavi era artista plastico nel suo paese d’origine –  e lo stesso Arsenale – la casa che lo ha accolto al suo arrivo in Brasile – lo abbiano aiutato a “ridisegnare la sua storia” e – perchè no? – quella del mondo in cui adesso convive e lavora...


L’“arte” di Lavi e quella dell’Arsenale della Speranza
hanno voluto lanciare ai partecipanti il messaggio che ciascuno con la “sua arte”, lí dove vive, studia ed opera, può concretamente contribuire a RIDISEGNARE IL MONDO per farlo diventare più umano, più di Dio.

Arsenale della Speranza
S.Paolo - Brasile


 

 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok