A Roma con un messaggio di pace

Pubblicato il 17-08-2018

di Redazione Sermig








SERVIZIO NAZIONALE PER
LA PASTORALE GIOVANILE
DELLA CONFERENZA
EPISCOPALE ITALIANA


Leggi i bellissimi commenti dei giovani dopo l’incontro con Papa Francesco a Roma.

Ho imparato che si può dimostrare di "essere Arsenale" e "essere fraternità" anche fuori dall'Arsenale stesso.". La sera della notte bianca ho visto veramente incarnarsi i concetti di “fraternità” e di "l'imprevisto accolto". Mi hanno colpito le riflessioni del Papa sull'amore e sul discernimento e ora so che devo provare a capire più a fondo quest'ultima parola in particolare.

In questi giorni ho imparato a conoscermi, nonostante la voglia di tornare sul divano di casa, gli occhi e le gambe pesanti. Siamo andati avanti sempre in modo sicuro e convinto, non me lo aspettavo da me stessa. Penso che ciò sia stato possibile solo grazie alla fiducia che abbiamo in quello che vogliamo testimoniare. E così, come ci ha detto Papa Francesco, mi sono sentita davvero testimone: cristiana non solo in parole ma soprattutto in azioni. Vedere poi così tanti giovani impegnati mi ha davvero caricata per il prossimo appuntamento dei Giovani della Pace: ho avuto la conferma che ci sono davvero tanti ragazzi che vivono esperienze positive, anche se ancora non li conosciamo.

La vita non è predefinita, con vincitori o vinti.
Quindi non si vive bene da seduti, chiusi nella paura: così il gusto non c'è.
Giochiamoci tutto.
Questo non per giudicare chi non riesce, per vari motivi, ma perché molti giovani hanno bisogno di essere raggiunti con la testimonianza.
C'è un padre che ci aspetta per amare, senza mezze misure.
È bella la frase del Papa che dice di uscire oltre le nostre sicurezze.
Un'altra frase che vedo concretamente in Arsenale è: l'amore se è vero trabocca e non si può tenere per sé. Perché farlo? C'è un mondo che ne ha bisogno come l'aria!

Ho imparato quanto noi giovani, insieme, possiamo dare, nonostante tutte le difficoltà e gli imprevisti. Ho imparato che la stanchezza e le fatiche, se affrontate con qualcuno al nostro fianco, insieme, danno gioia.
Ho imparato la forza del “Noi”, che è il vero contrario dell’“Io” e che non dobbiamo avere paura di sognare, perché i sogni sono doni che Dio semina nei nostri cuori.

“I sogni dei giovani fanno un po’ paura agli adulti. Fanno paura perché, quando un giovane sogna, va lontano. Forse perché gli adulti hanno smesso di sognare e rischiare [...] Ma voi non lasciatevi rubare i vostri sogni.”
Sentire parlare Papa Francesco ai giovani mi ha emozionato, in particolar modo perché mi sembrava di sentire Ernesto: hanno gli stessi ideali e la stessa fiducia in noi giovani. Questo mi rincuora e mi rende ancora più felice della scelta che ho fatto di camminare con l’Arsenale: sono convinta di aver trovato in esso il maestro buono e capace di aiutarmi e comprendere i miei sogni e renderli concreti nella gradualità e serenità. Spero a mia volta di riuscire un giorno a dare testimonianza di questi insegnamenti ai giovani.

Due giorni pieni di amore, amicizia e famiglia. Ho imparato la gioia di condividere le gioie e le fatiche con amici che credono sia possibile cambiare il mondo.
Ho visto tanta convinzione nei volti di chi abbiamo incontrato; mi porto a casa la commozione per aver visto tanti giovani diventare gocce di un mare pronto al cambiamento.
Gli incontri fatti e le parole del Papa mi hanno ricordato lo spirito che abita la casa dell’Arsenale e che voglio portare nella mia quotidianità.
Penso che la cosa più bella che ho imparato in questi giorni sia aver visto lo spirito di fraternità, che abita in coloro che fanno parte dell’Arsenale e in noi giovani che frequentiamo la casa, rendere anche gli imprevisti e i momenti di fatica un bellissimo ricordo, pieno di emozioni, che segnerà in qualche modo la nostra vita.

Ho imparato che "Camminare da soli ci permette di andare più veloci, ma camminare assieme, nelle difficoltà reciproche, ci permette di andare più lontano, con il sostegno reciproco". In questi giorni ho anche scoperto la bellezza di condividere la fatica del cammino con degli amici: ciò permette di avvicinarsi e conoscersi in una maniera unica, anche con persone nuove, che non si conoscevano fino a poco prima. Si riesce ad entrare in un clima di sostegno reciproco e si condividono i pensieri più profondi.

Ho imparato che insieme (unendosi, collaborando) si possono scoprire e fare tante cose che da sola non farei mai. Mi fa piacere aver sentito le parole del Papa, piene di fiducia verso i giovani; mi sono sentita chiamata in causa e voglio cercare di portare avanti lo spirito di questo weekend. Anche se ero stanca mi ha dato tanta energia.

In questi giorni a Roma ho imparato a mettere da parte la stanchezza per mettermi a servizio degli altri. Ho imparato ad accogliere le persone che entravano in Chiesa dopo giorni di cammino, cercando un posto dove dormire, dove pregare e dove entrare in un clima di silenzio e dialogo con Dio.
Ho imparato a mettere i bisogni degli altri davanti ai miei, senza pensarci due volte, senza doverli mettere sul piatto della bilancia per capire quali valessero di più.
Ho imparato ad emozionarmi con delle “semplici” e preziose parole, che mi hanno incoraggiata e mi hanno aiutata a capire l’importanza dei sogni dei giovani; ho capito che spesso l’incomprensione degli adulti è dovuta alla paura di rischiare e sognare.
Ho imparato a sentire l’esigenza e la voglia di pregare, di mettermi in ascolto e dialogo con Dio e di affidarmi a Lui; sono sicura che questo sia un punto di partenza, non di arrivo.
Ho percepito il senso di fraternità nonostante non fossimo in Arsenale, nonostante ci siano stati imprevisti, che sono stati accolti, nonostante la tensione e la paura di non riuscire ad accogliere tutte le persone che chiedevano un posto dove riposare.

Ho imparato che non conta solo sognare, ma avere sogni che cerchino il bene di tutti, perché non fare il bene è peggio che fare il male.

Con il servizio fatto ai pellegrini durante la notte, ho visto quello che dice sempre Ernesto: l’Amore è un gesto concreto. Belli poi i volti di speranza del Circo Massimo. Una buona notizia dai giovani che puntano alto e dai loro educatori che ci credono.

I giovani di Torino, Padova, Bergamo:
Anna Chiara, Beatrice, Bianca, Chiara, Eleonora, Enrico, Erika, Luca, Maria, Matilde, Mario.

foto: Eleonora Pavan

da "Corriere della Sera" - Valeria Costantini 

La maglietta che indossa è già il manifesto della seppur giovane vita di Chiara Rocca. «La Pace sempre e prima di tutto», spiega la colorata scritta la giovane ventunenne arrivata da Bergamo per incontrare Papa Bergoglio.

Una giornata impegnativa per la giovane, perchè insieme al suo gruppo animerà anche uno degli eventi in programma per la Notte Bianca, prevista dopo le preghiere con il Santo Padre al Circo Massimo. «Saremo alla chiesa San Giovanni dei Fiorentini, abbiamo organizzato una veglia di preghiere per Santa Maria Madre dei Giovani, è la nostra icona», spiega la serata Chiara.

Come gli altri della sua comitiva, stesse magliette e simboli, fa parte del Sermig, il Servizio Missionario Giovani-Arsenale della Pace di Torino, il gruppo fondato da Ernesto Olivero per combattere la fame nel mondo con opere di giustizia, promuovere lo sviluppo e praticare la solidarietà verso i più poveri. «Siamo venuti a Roma anche per parlare di questi temi, temi per cui ci battiamo da sempre. - racconta Chiara che come altri ragazzi, prima di arrivare nella Capitale ha compiuto un lungo pellegrinaggio di fede. Tanto impegno per le parrocchie e insieme lo studio all’università. «Studio economia, - spiega la giovane lombarda - mi piacerebbe lavorare per l’antitrust. Anche se è un sogno difficile da realizzare».

Valeria Costantini - "Corriere della Sera"
roma.corriere.it
roma.corriere.it/notizie



Incontro con Papa Francesco in piazza San Pietro
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Notte bianca alla chiesa di San Giovanni dei Fiorentini
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Attesa al Circo Massimo

 
Incontro con Papa Francesco al Circo Massimo
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Arrivo a Roma
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Visita alla Sacra Sindone
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Poesia pubblicata su AVVENIRE di Domenica 12 Agosto 2018 a pag.2

FACCIA A FACCIA
 
Nuovamente
faccia a faccia con la sindone.
Vedo in questo uomo dei dolori
massacro senza pietà
Gesù
l'uomo
Figlio di Dio
che anche oggi mi chiedi: mi ami tu?
E io: "Tu lo sai che ti amo.
Nulla mi ferma, nulla."
Amare è vederti
nei massacri della vita,
nei violentati,
nei carcerati,
negli stranieri,
nei soli.
Solo con te
è possibile,
solo perchè tu
sei in me.

Ernesto Olivero

 


Servizio TG3 sul pellegrinaggio delle Diocesi del Piemonte

 
Pellegrinaggio delle Diocesi del Piemonte
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