Ritornare alla terra

Pubblicato il 08-02-2013

di Marco Grossetti

AgriTorino è un patto di solidarietà tra produttori e consumatori. Tradizione e ricerca si incontrano per creare posti di lavoro e aiutare l’uomo a ritrovare l’armonia con gli altri e con l’ambiente. Daniele aveva un problema: il bicchiere sempre pieno e il portafoglio sempre vuoto, mamma e papà che stavano diventando vecchissimi e lui che passava le giornate senza fare niente a fissare il vuoto e a chiedersi che cosa ci faceva uno come lui in un mondo come questo. Daniele rimanendo senza lavoro ha smesso di sentirsi un uomo e si è ritrovato senza una vita. Ha incominciato a bere per dare un senso al tempo che non passava mai, a non cercare più lavoro perché tanto nessuno aveva bisogno di lui. Un giorno Daniele ha incontrato Rinaldo Canalis, il responsabile della Re.Te., il gruppo del Sermig che si occupa dei progetti di sviluppo nel mondo, ma che riceve sempre più richieste di aiuto direttamente dall’Italia.

Rinaldo è riuscito a convincere Daniele che stare dentro un orto poteva essere meglio che finire in mezzo ad una strada e che frequentare il corso di orticultura iniziato a metà gennaio all’Arsenale della Pace, poteva essere il primo passo per ricominciare a vivere.
Alla prima lezione insieme a lui c’erano circa sessanta persone che hanno seguito per oltre due ore l’ingegner Paolo Castellino: studenti e imprenditori, pensionati e professori universitari, disoccupati e professionisti di ogni genere, a rappresentare praticamente l’intera società civile. Tra di loro c’era anche l’ingegnere Albarosa che ha affittato per cinque anni un ettaro di terra in Congo con l’idea di concederne gratuitamente l’utilizzo ad un’associazione che lavora per i più poveri, e qualche fila più indietro Daniele, senza nessun bicchiere da svuotare e nessun vuoto da fissare, ma con tante cose da imparare per realizzare il suo nuovo sogno: iniziare a coltivare un orto questa primavera.

Un corso di orticultura era stato organizzato già a novembre a Piossasco raccogliendo l’adesione di quasi cinquanta partecipanti e nello stesso periodo aveva avuto grande successo anche il corso di apicoltura organizzato presso l’Arsenale della Pace in collaborazione con l’Associazione Produttori Aspromiele e la consulenza del professor Luca Allias.

Sono tutte iniziative nate all’interno del nuovo progetto della Re.Te. – AgriTorino che presto dovrebbe coinvolgere altre importanti associazioni della città: un patto di solidarietà tra consumatore e produttore attorno a Torino, con l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro. È distribuendo alle famiglie in difficoltà borse spesa piene di insalata, carote e patate ed altri prodotti che arrivavano dai nostri supermercati, ma che erano stati tutti coltivati all’estero, che Rinaldo ha pensato che un modo per restituire a tutti un futuro in cui vivere dignitosamente senza dover aspettare l’aiuto di nessuno, poteva essere quello di ritornare a coltivare la terra.

Rinaldo si è ricordato del progetto portato avanti in collaborazione con Nutripà in Rwanda dopo il genocidio del 1994: l’attivazione di orti vicino all’ospedale perché mentre i bambini denutriti venivano salvati e curati, le loro mamme potessero imparare a coltivare nuovi tipi di verdura per non avere più bisogno di portare i propri bambini in un ospedale per far loro mangiare le cose giuste. Oggi l’orto per Daniele non è un lavoro in grado di dargli un reddito con cui mantenersi, è solo un’opportunità per fare pace con il mondo attraverso la natura e smetterla di fissare il vuoto, iniziando a produrre parte del necessario per vivere almeno per se stesso e per la propria famiglia. AgriTorino è un progetto che sta cercando di diventare sostenibile anche da un punto di vista economico: sono stati avviati i primi contatti con una grande industria agroalimentare per la fornitura nel 2014 di prodotti che arriveranno direttamente da coltivatori e allevatori italiani, mentre prima venivano importati tutti dall’estero.

AgriTorino è l’incontro tra generazioni e mondi diversi: la restituzione e la trasmissione ai più giovani della tradizione contadina, un patrimonio culturale, umano ed economico di conoscenze e competenze che non può andare perso. È un pezzo di terra e qualcuno che ti insegna come coltivarla. È ricerca scientifica per applicare le nuove tecnologie e rendere accessibili a tutti le nuove scoperte in campo agricolo, come per esempio le coltivazioni fuori solo, una tecnica scoperta dal Sermig nelle favelas del Brasile, che viene utilizzata anche dagli astronauti nello spazio e con cui vengono coltivati attualmente circa il 90% dei prodotti orto-frutticoli che troviamo in vendita nei supermercati.

AgriTorino è l’uomo che torna ad abitare e vivere attivamente la campagna ed è l’orto che entra dentro la città. È Daniele, che adesso ha di nuovo un motivo per cui alzarsi la mattina, sperando che un giorno possa diventare anche il suo nuovo lavoro.

Marco Grossetti

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