Progetto R.D. Congo "La vita innanzitutto"

Pubblicato il 12-06-2012

altPresenza accanto ai malati di AIDS

Paesi: R.D.Congo
Partner: Associazione “Alfa e Omega, Insieme per il Congo”; Centre de la Solidarité Sociale et de Promotion des Droits de l’Homme AGAPAO; Suore di San Giuseppe di Torino 
Località: Kinshasa, Bukavu
Periodo: 2003 - 2008

Contesto: Ormai in secondo piano nei media, la diffusione del virus HIV e la contrazione dell’AIDS, restano nel mondo una grande emergenza, che colpisce soprattutto dove arretratezza, miseria e ingiustizia già creano difficoltà e problemi. In queste situazioni, la malattia lascia poca speranza e miete molte vittime, mentre nel mondo sviluppato è le terapie assicurano in molti casi risposta efficace e l’aspettativa di una vita difficile, ma dignitosa. All’ancora molto insufficiente accesso alle terapie, altrettanto letali si associano malnutrizione, condizioni inumane di vita ancora peggiorate dalla minore capacità di lavoro causata dalla malattia, ed emarginazione sociale.
E’ necessario ogni sforzo per invertire una tendenza: dalla disponibilità di terapie di cura e prevenzione, alla promozione di una crescente e più matura consapevolezza personale di situazioni e valori, all’assunzione di scelte responsabili nei comportamenti nel rispetto del valore infinito di ogni vita.
Il tasso di prevalenza dell'infezione da HIV in Africa ha il suo apice colpendo in media circa il 6% della popolazione adulta, sia pure con ampie diversità tra i vari Paesi, con un’incidenza maggiore nelle città, rispetto alle campagne.
In questo quadro desolante, il punto di speranza è tuttavia che finalmente in questi anni, in diversi Paesi c’è evidenza di come maggiori sforzi e meglio concertati hanno ridotto la crescita dell’epidemia, in alcuni giungendo ad arrestare la crescita stessa.

È dunque necessario un impegno tenace, sempre più costante e capillare, di vicinanza alla gente, ascolto e coinvolgimento in ogni forma. Accanto alla terapia per l’AIDS, per restituire prospettive e qualità alla vita, occorre alle persone un sostegno articolato: terapie per le eventuali infezioni, sostegno alimentare, reinserimento sociale e possibilità di lavoro. Ciò che da diverse esperienze, piccole quanto grandi, emerge con ovvia evidenza, è la necessità che ad essere preso in carico sia il nucleo familiare, specie quando si è ridotto a una madre rimasta sola coi suoi bambini: per potergli restituire e mantenere tutta la sua forza vitale.

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Finalità: Proporre a persone HIV positive, o che si trovano colpite dall’AIDS, un percorso di recupero del proprio essere. Offrire cure efficaci che diano la prospettiva di una vita dignitosa e migliori opportunità.
Prevenire la trasmissione materno-fetale dell’HIV, promuovere azioni volte ad evitare la diffusione della malattia.
Attraverso una presenza diretta accanto chi soffre, che sostiene nel tempo lo sforzo di ricostruire una vita.

Realizzazioni:
- Assistenza sanitaria: esecuzione di analisi di laboratorio mirate a individuare un protocollo di terapia antiretrovirale specifico per la situazione individuale di sieropositività o malattia conclamata (i farmaci utilizzati in loco sono di buona qualità) e poi proseguite con periodicità trimestrale; sostegno alimentare, indispensabile per l’efficacia delle cure, e somministrazione della terapia ARV; trattamento delle eventuali malattie opportunistiche; inserimento scolastico del bambino e lavorativo per la madre; accompagnamento, orientamento e sostegno psicologico

- Reinserimento scolastico: è iniziato nell’anno scolastico 2006/07 per 19 bambini e ragazzi orfani a causa dell’AIDS (dalla scuola materna alla scuola superiore/scuole professionali) e/o essi stessi sieropositivi: per i quali si provvede al pagamento delle tasse scolastiche, al corredo scolastico e al sostegno per le altre necessità che di volta in volta si presentino.Mamme con bimbo

- informazione e accompagnamento alla madre, test riservato di sieropositività, intervento farmacologico (somministrazione di Nevirapina alla madre ad inizio travaglio, e al neonato entro 72 ore dalla nascita); l’intervento prosegue durante i primi due anni di vita del bambino con il controllo dietetico-alimentare e la fornitura di latte in polvere, al fine di evitare il possibile contagio attraverso l’allattamento al seno.

- Nel corso del 2007, di concerto col Ministero della Sanità congolese, è stata aperta a Kinshasa, nel quartiere periferico di Ngaba, una piccola struttura sanitaria con locali allestiti e attrezzati; che va anche a servizio di tutto l’insieme degli interventi socio-sanitari svolti.

- Accanto a questi interventi, si avviano e svolgono piccole attività produttive generatrici di reddito, che coinvolgono donne sieropositive per offrire un’opportunità di mantenimento per loro e i loro bambini. In particolare è stato aperto un laboratorio di sartoria, un progetto di microcredito e una cooperativa di pescatori.

 

 

 

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Erogazioni

: Euro 25.640

 

 

Valore complessivo degli invii di materiali e tecnologie:

2.059.600 

 

 

 

 

 

Beneficiari: Assistenza Socio-Sanitaria: terapia e sostegno nel tempo per tredici nuclei madre-bambino/i; reinserimento scolastico per qualche decina di bambini. Centro Medico: la gente di Bandalungwa, uno dei quartieri della grande periferia di Kinshasa. Attività produttive: oltre un centinaio di persone.

 

 

 

 

 

 

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