Georgia: SERVIZIO AGLI ULTIMI DEGLI ULTIMI

Pubblicato il 08-06-2009

di Monica Canalis

 "...Come vedete, oltre ad assistere i profughi, continuiamo, tutti i giorni, ad affrontare situazioni umane allarmanti e va avanti il nostro servizio rivolto ai bambini abbandonati, ai giovani disagiati, agli anziani soli, alle famiglie numerose, agli ammalati….agli ultimi degli ultimi."
 

Queste sono parole di padre Witold Szulczynski, direttore della Caritas Georgia. La sua ultima lettera rende chiara l’idea di come lui e le persone che lavorano al suo fianco siano davvero al servizio degli ultimi. A causa del recente conflitto la Caritas deve occuparsi anche dei molti profughi (attualmente 12.000 a Tiblisi, la capitale).
 
Presso il Centro collettivo di Isani hanno creato da alcuni mesi una Mensa umanitaria, laboratori di artigianato e vari corsi per i bambini profughi. Inoltre continua la distribuzione di prodotti da forno del loro Panificio, di pacchi alimentari (soprattutto nei villaggi intorno a Gori) e di vestiario usato. Un altro grande lavoro viene svolto con il Programma Servizio domiciliare, assistenza sanitaria rivolta ai profughi malati, infermi, anziani, bisognosi. Per questo servizio hanno recentemente acquistato due ecografi portatili. Hanno da poco terminato la distribuzione di legname per il riscaldamento e fra poco inizierà la distribuzione di farina.
 
Inoltre, sono iniziati i progetti per due scuole materne, una già in ristrutturazione, l’altra ancora in attesa dei permessi. E infine attendono l’arrivo di due container dall’Italia per iniziare la distribuzione di lamiera per le famiglie del villaggio di Ergenti, gravemente danneggiato dal conflitto dello scorso agosto.
 
Oltre a tutti questi servizi, la Caritas continua ad affrontare situazioni umane terribili, come quella di tre bambini di 3, 5 e 8 anni, accolti di recente. La loro madre alcolizzata si è suicidata.
 
Ora noi vediamo tutti questi bei gesti scritti su carta o su una pagina web, ma proviamo a pensare a come li vedono quei bambini, quei profughi, quegli ammalati. Solo entrando nelle loro vite possiamo capire veramente quanto è grande l’aiuto che hanno ricevuto e che ricevono ogni giorno.
 
 
 
 

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