INCONTRO MATRIMONIALE: ti dico SÌ per sempre

Pubblicato il 31-08-2009

di Elena Goisis


È possibile un amore a lungo termine? È possibile quando il sì è una scelta senza se e senza ma. Quando attorno alla coppia la rete sociale scommette sulla sua tenuta. Quando si entra, prima ma anche dopo il matrimonio, in un'ottica di formazione permanente. Per approfondire questi aspetti abbiamo chiesto l'aiuto dei coniugi Mario e Annamaria Tenna. Hanno fondato in Piemonte Incontro Matrimoniale (da 30 anni presente in Italia), una delle pochissime realtà che offre alle coppie degli strumenti per rinfrescare il proprio sì.

di Elena Goisis

Mario ed Annamaria Tenna, oggi nonni in piena forma, hanno conosciuto Incontro Matrimoniale (I.M.) 25 anni fa, quando era diffuso solo nella zona di Ferrara, in Lombardia ed in Veneto, emanazione italiana dell’internazionale “Worldwide Marriage Encounter” (M.E.). Li ha subito colpiti l’impostazione originale: non si trattava, infatti, di ritiri spirituali, né di una terapia di coppia, né di qualche corso più o meno noioso, ma di coppie che testimoniavano la loro vita, offrendo strumenti per la comunicazione. Il percorso portava dal litigio al buon confronto. Gli stimoli erano tanti, e i coniugi Tenna si sono detti: “Questa finalmente è una iniziativa che fa per noi e che noi, come sposi, possiamo portare ad altri”.
SI

All’epoca, come del resto oggi, ci si aspettava che fosse la Chiesa a fare qualcosa per gli sposi. “Scoprimmo con gioia che invece noi stessi potevamo diventare missionari del nostro sacramento, il matrimonio, in modo forse più efficace di quanto possano fare religiosi che non ne hanno esperienza diretta. Ed era una cosa che potevamo fare proprio come coppia”.
Non è un caso che l’esperienza di M.E. nasca dopo il Concilio Vaticano II, in un momento in cui il ruolo dei laici nella Chiesa viene valorizzato ed il sacramento del matrimonio da “remedium concupiscentiae”, come era stato considerato per secoli, acquista piena dignità.

Partito in Spagna, M.E. raggiunge presto gli USA dove il gesuita Chuck Gallagher, molto colpito dall’idea di un apostolato tra coppie, ne perfeziona lo stile e prepara gli “Outlines” (guide per chi conduce gli incontri). M.E. ha ormai raggiunto 90 Paesi nei cinque continenti e con I.M. copre quasi tutto il territorio italiano.

Tutto comincia con il Week-End (W.E.), da venerdì sera a domenica pomeriggio, proposto alle coppie di sposi che vogliono rinnovare il loro sì. Si parte dal sogno che si aveva da fidanzati per fare tappa, togliere la polvere che con il tempo, inevitabilmente, si deposita, maturare propositi e poi ripartire. Il motto: Una vita passata insieme con amore è questione di fortuna… o è frutto di scelte e di impegno?

Tre coppie guida danno testimonianza del proprio vissuto, seguendo una traccia collaudata nel tempo; questi stimoli sono intervallati da momenti in cui ogni coppia ha la possibilità di scambiarsi impressioni a tu per tu nella massima riservatezza, aiutata da un metodo di dialogo. Imparare a trasmettere i sentimenti a un livello più profondo permette di farsi conoscere e conoscere meglio l’altro. La domenica mattina la coppia ha la possibilità di fare un programma per la propria vita futura. Quattro sono i temi affrontati nel W.E.: la conoscenza di sé, la conoscenza dell’altro, noi due insieme come coppia, la coppia e Dio. La fede è un elemento importante del percorso, ma non è motivo di esclusione per chi non crede.

BOOK
I 5 linguaggi dell’amore
Gary Chapman
Elledici ’01

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Sempre più numerose le coppie che si iscrivono. Molte di loro stanno ancora insieme solo per motivi di facciata, o per i figli, e sentono la distanza che si va creando. Sono coppie che si vogliono ancora bene, non pensano alla separazione. Sono convinte di dirsi tutto ma non sanno più comunicare veramente.
Nel percorso matrimoniale, spiegano i Tenna, è normale che si passi dall’innamoramento - mediamente i primi due anni - alla stabilità fino alla delusione (quando si pensa di non volersi più bene, di non sentire più niente). Un segnale d’allarme notevole riguarda la sessualità, la prima che sparisce quando la relazione non è piena. Si capisce che si è cambiati. Il rischio è non capire più cosa sta succedendo e chiudersi nel silenzio. Oppure, pensare di non amarsi più e cercare l’amore in altre persone, salvo poi ritrovarsi nella stessa situazione.

BOOK
Un cammino d’amore. Percorso base in 6 serate per fidanzati in preparazione al matrimonio
Lino Faggioli
Elledici ‘02

 cammino_amore

Le nostre diversità ci hanno attratti, ma c’è stata una scelta ed una promessa. Il rimanere fedeli a quella promessa è compito di entrambi. Inizia allora la fase del vero amore, ma per arrivarci occorre saperlo, impegnarsi, decidere. Con I.M. si impara, anziché incolpare l’altro, a parlare di sé. E la decisione di cambiare viene non perché me lo chiede l’altro, ma perché lo scelgo io. I.M. dà gli strumenti per ripartire con la decisione d’amare.
Lo W.E. è un’esperienza in sé completa, e costituisce il momento della conversione. Ciò che tocca nel profondo è ritrovarsi di fronte a persone normali che portano una testimonianza intensa.
I partecipanti, gustando una possibilità di dialogo nuova, chiedono spesso una prosecuzione del cammino. Questo avviene mensilmente, per approfondire e digerire i temi toccati nel W.E., ed è possibile ormai in tutta Italia grazie ai gruppi locali.

La grande intuizione di I.M. è far vivere ai due, insieme, gli stessi stimoli. Questo lo differenzia da altri strumenti di crescita, come un cammino di fede o di volontariato, che vissuti in modo individuale rischiano di allontanare anziché avvicinare.
Al termine di I.M. vengono fatte spesso scelte importanti, ma come coppia: affido, adozione, volontariato… nascono ora dalla consapevolezza di essere un dono prima di tutto per “noi due”, e poi anche per gli altri. Dalla consapevolezza, quindi, che Dio ha un progetto su di noi come coppia. Nasce la forza di coppia: ci facciamo del male se non siamo in sintonia, ma se siamo in sintonia diventiamo una potenza.

BOOK
Il coraggio di amare. Quando il matrimonio fa soffrire
Gerard Foley
Elledici ’02

 coraggio_amare

 

Rilevante è perciò il risvolto del dono, della restituzione di quanto ricevuto: dopo un primo cammino per sé, ci sono coppie che sentono il desiderio di fare a loro volta qualche cosa per gli altri, diventando coppie guida attraverso una preparazione apposita, per arrivare a donare il Week End (proprio questa è l’espressione utilizzata) ad altri. Ciò non significa diventare degli esperti, ma mettere la propria vita a disposizione, consapevoli che, se la coppia non funziona, è l’intero sistema familiare e sociale ad andare in crisi. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”: è uno dei connotati di I.M. (dopo il primo W.E. che ha un costo per l’ospitalità, il resto è frutto di puro volontariato).

Tale è l’efficacia del metodo di I.M. che è nata l’esigenza di metterne l’esperienza anche a servizio dei fidanzati, attraverso un W.E. nel quale con gli strumenti del dialogo fanno il “progetto di vita”. Qualche coppia di fidanzati dopo il W.E. si lascia: anche questo è un risultato positivo. Coloro che divengono sposi, invece, potranno riprendere la formazione più avanti.

Da cinque anni infine è nato “Choice”, un W.E. per giovani tra i 20 e i 30 anni, che desiderano riflettere sull’orientamento della propria vita, su come non farsi condurre dagli
avvenimenti ma scegliere.
Molte altre cose potrebbero raccontarci Mario ed Annamaria, ma se lo desiderate potete ascoltarli direttamente presso I.M. Prima di salutarci, ci regalano una frase dell’arcivescovo di Los Angeles: “Marriage Encounter è il dono più bello che il Signore ha fatto alla Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, perché rinnova la Chiesa alla sua sorgente, la coppia”.
Dunque, buon Week-End!

Per informazioni sui Week-End:
annamariamario@hotmail.it,
incontromatrimoniale.it

Vedi anche:
speciale “Laboratorio famiglia”
RETROUVAILLE: restare coppia

 

 

 

 

 

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