NEPAL: con il fiato in sospeso

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Dopo lo storico incontro del 16 giugno scorso tra il leader dei ribelli maoisti Prachanda ed il primo ministro Girja Prasad Koirala, è “avanti piano” per la costituzione di un nuovo Stato democratico. Della prosecuzione del dialogo ci riferisce Marco Banchelli, “ciclo-nauta” e grande amico del Nepal e dei suoi abitanti.

di Marco Banchelli

Mi fa impazzire il "caso". Quello che la vita, spesso senza apparente e chiaro preavviso, ci riserva. Talvolta nel bene, ogni tanto no...
In questi giorni ho potuto incontrare e riabbracciare Father George, sacerdote del Kerala, missionario in Nepal. In Italia principalmente per un convegno dei "Focolarini", Fr. George mi ha immediatamente dato ciò che quasi fisicamente cercavo: rassicurazioni dirette sul Nepal. Bene, meglio, tutto molto meglio anche di prima!!! Che grande gioia. E-mail, articoli, reportage, testimonianze indirette, avrebbero benissimo potuto subire azioni di filtro e interpretazione. Invece questa è proprio una "verità" di cui ci si può fidare.

Perfino la sua scuola, sulla via che da Dumre porta a Manang, ha ripreso a funzionare al meglio per gli oltre 500 allievi che la frequentano. E dire che fu chiusa a causa dei "maoisti" e poi riaperta, questa volta per merito dei maoisti (e dei colloqui con il prefetto apostolico Fr. Sharma). Mi sembra quasi di potermi godere anche meglio la nomina che recentemente ho avuto ad “Ambassador for Peace” da parte della Universal Peace Federation.


Godavari: la facciata completata della seconda chiesa del Nepal, “Ishalaya”
Ma non solo. Ecco anche il dono che Fr. George ha portato a me e a tutti coloro che hanno a cuore il Nepal e gli amici della Missione Cattolica: le immagini della Consacrazione – lo scorso 13 agosto, alla presenza di ca. 600 fedeli - della nuova Chiesa di Godavari, la seconda del Nepal.
Non più “Isunath” (Casa di Gesù), come originariamente avrebbe dovuto essere “battezzata”, ma “Ishalaya” (Casa dell'Himalaya - dell'Assoluto). Posso solo immaginare, anche attraverso la mia, la gioia e l'emozione di tutti ed in particolare del caro Father Pius che di Ishalaya e del Centro Pastorale che la ospita è il responsabile.

Dunque, proprio in questo preciso momento storico, potremmo essere ad una svolta decisiva nel percorso del popolo del Nepal e del suo futuro. A giorni, forse a ore, dovrebbero tornare a riunirsi a Kathmandu i rappresentanti dell’Alleanza dei “sette partiti” con la delegazione ufficiale, guidata dal leader assoluto Prachanda, degli ex-rivoltosi maoisti.
La riunione era stata interrotta dal Presidente dell'Assemblea e Primo Ministro provvisorio Koirala, per poter formulare un'ipotesi accettabile da tutti di quello che ormai è rimasto il nodo cruciale degli accordi: il destino della monarchia.

I "maoisti" hanno infatti affermato che, qualora l'Assemblea accetti di avviare i procedimenti per la costituzione del nuovo Stato libero e repubblicano del Nepal, loro sarebbero pronti a trovare soluzioni a tutti gli altri punti nel giro di un'ora! Compreso ovviamente il punto smilitarizzazione, gestione armi e formazione delle nuove truppe e del nuovo esercito. Altro nodo che pareva cruciale, anche per le stesse Nazioni Unite, ma sulla cui priorità potevano benissimo esserci dei dubbi.
È Re Gyanendra - e quello che dovrebbe essere il suo successore, Principe Paras – ad essere da sempre, praticamente dal momento seguente al giorno del "loro" insediamento nel giugno 2001, l'obiettivo primario dei rivoltosi. E non solo di loro. Troppi fatti oscuri, troppi dubbi a fare tante tristi certezze, insopportabili ipotesi di passato e di futuro a pesare gravemente ed irrimediabilmente sul destino di quella che ormai era divenuta l'ultima ed unica discendenza.
Anche testimonianze dirette dal mondo cattolico del Nepal confermano, oltre ad un lento ma costante miglioramento delle condizioni di vita nel Nepal, la quasi impossibile evenienza di una permanenza della monarchia.

Patan: il “ciclonauta” davanti alla prima chiesa cattolica
Assemblea costituente, libere elezioni, ripresa economica e di immagine, ad iniziare dal turismo, paiono oramai lì, ad un passo. Probabilmente sono già in atto. E oltre dieci anni di guerra civile, di repressioni, dittatura e grandi timori sono come non mai vicini non solo ad una conclusione ma anche e soprattutto ad un progetto concreto di realizzazione e sviluppo.
Non resta che stare ancora col fiato sospeso. Forse il tempo di una sola breve apnea...
Marco Banchelli

Link:
NEPAL: Un po’ di storia

Altri articoli sul Nepal:
Nepal, il mare dell'Himalaya...

 

 

 

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