Nossa Senhora Aparecida

Pubblicato il 15-02-2012

di dom Luciano Mendes de Almeida

Nossa Senhora Aparecida



Il 12 ottobre è il giorno di commemorazione della madre e protettrice del Brasile

 

 

Niente comincia per noi cristiani, niente finisce senza l’aiuto, l’amore e la speranza nel cuore che il Signore ci offre dandoci la Madonna - Madre sua – come Madre nostra.
Nel cuore di Maria siamo tutti fratelli e sorelle. È la Madonna che apre i cuori alla parola di Dio e così ci aiuta a vivere la conversione interiore, l’apertura verso il Signore e il servizio verso i poveri. È la Madonna che ci incoraggia a credere nella bontà infinita del Padre di Gesù. Finché egli ci dà la vita, eccoci a compiere – con amore – la sua volontà, imparando da lui che la “bontà è disarmante” e che, nella misura in cui siamo buoni e facciamo il bene, possiamo cambiare il mondo. L’amore fa anche miracoli. Che gioia avere Maria come Madre. Ecco il dono di Gesù.

La Madonna vuole che il Regno di Gesù, dove tutti sono invitati a vivere da fratelli e sorelle, si verifichi già in questo mondo. Lei, la Madonna, vuole che i suoi figli si avvicinino e si aprano al messaggio di una vita piena di Gesù. L'incontro con la Madonna fa parte della festa senza fine del paradiso. La Madonna ci sproni a fare tutto con la fiducia nel Signore. Il Signore, che amava, camminava e inviava i suoi discepoli (Mt 9,35) perché - per amore - potessero divulgare il Vangelo (Mt 28,19).
La Madonna, appena conosce la grazia che il Signore le ha fatto, cammina e va a trovare Elisabetta (Lc 1, 39). Chi ama cammina, perché desidera comunicare agli altri i misteri e le meraviglie che conosce; è un segno d’amore il muoversi per diffondere e fare partecipare gli altri delle grazie ricevute, è un “uscire” da se stesso, è un aprirsi agli altri, un “andare a predicare”, come Gesù, l’Amore del Signore, un cantare per la strada il Magnificat della Madonna. Chi ama cammina.
un fedele tiene in mano la statua della Madonna
Pochi giorni prima dell’apertura dell’Arsenale della Speranza con Ernesto e gli amici del Sermig ci siamo recati in pellegrinaggio al Santuario Nazionale della Madonna Aparecida, cioè colei che è apparsa. Così infatti si è fatta trovare da tre pescatori nel fiume Parayba, due secoli fa. Da allora il posto dove si venera si è trasformato, a poco a poco, in luogo di preghiera, di conversione e di non pochi miracoli spirituali e materiali.
La statua è piccola, rustica. Il bel manto azzurro la copre, ornato di oro. Ernesto voleva portare in Italia una statuetta che fosse rustica come l’originale. Non la trovavamo, perché tutte erano diverse dall’originale, abbellite, e non davano
PREGHIERA A NOSTRA SIGNORA APARECIDA
patrona del Brasile e Madre nostra

O incomparabile Signora della Concezione ‘Aparecida’,
Madre di Gesù, Regina degli Angeli, Avvocata dei peccatori,
Rifugio e Consolatrice degli afflitti e tribolati.
O Vergine Santissima piena di potere e bontà,
volgi sopra noi uno sguardo favorevole
perché veniamo soccorsi in tutte le necessità
in cui ci ritroviamo.
Ricordati, Clementissima Madre ‘Aparecida’,
che non risulta che tutti coloro che ricorrono a te
invocando il tuo santissimo nome
e implorando la tua particolare protezione
siano in qualche cosa abbandonati da te.
Animato da questa fiducia,
ricorro a te, ti considero oggi e per sempre
mia madre, mia protettrice, mia consolazione e guida,
mia speranza e mia luce nell’ora della morte.
Mia Signora, liberami da tutto ciò che possa offendere
te e il tuo santissimo Figlio, Gesù Cristo, mio Redentore e Signore.
Vergine benedetta, preserva questo tuo indegno servo,
la sua casa e la sua famiglia
da peste, fame, guerra, rapine, fulmini, tempeste
e altri pericoli e mali che ci possono colpire.
Sovrana Signora, degnati di dirigerci
in tutti i nostri bisogni spirituali e materiali:
liberaci dalle tentazioni del demonio
perché, seguendo il cammino della virtù,
per i meriti della tua purissima verginità
e del preziosissimo sangue di tuo Figlio,
possiamo vedere, amare e godere
l’eterna gloria, per tutti i secoli dei secoli.
Amen

Mia Signora ‘Aparecida’, fammi questa grazia:
(chiedere una grazia con fede e recitare
1 Padre nostro, 1 Ave Maria, 1 Gloria al Padre
)
l'idea della vera immagine. Grazie, ciao abbiamo detto ai venditori. Dopo ne abbiamo trovato una, rustica e pure bella. Si vede che la Madonna voleva "farsi vedere" a Torino e portare una speciale benedizione all’Arsenale della Pace.

È stata bella la sosta alla Aparecida. Preghiera semplice, filiale, di gratitudine. Nella "Sala delle Grazie", dove si conservano gli ex-voto e le fotografie degli agraciati (che hanno ricevuto una grazia) mi hanno fatto vedere un piccolo quadro su cui era scritto così: “Agradeca a Nossa Senhora Aparecida. La grazia ricevuta. 19/6/90. D. Luciano”. Che cosa era? Una piccola pagina che una signora tempo fa - dopo il grave incidente in auto che avevo avuto il 24 febbraio 1990 - mi aveva fatto firmare, dicendo che l’avrebbe portata alla Aparecida. Non pensavo proprio che l'avesse fatto. Mi sono meravigliato. Il mio nome era lì, insieme agli altri ammalati, angosciati, miracolati. Un ringraziamento in più è sgorgato dal mio cuore. E pure una lacrima di gratitudine per la vita recuperata.

 
dom Luciano Mendes de Almeida
da Nuovo Progetto maggio 2007
Vanessa Lima, Nossa Senhora AparecidaUN PO’ DI STORIA

Si tramanda che il governatore della Provincia di San Paolo e Minas Gerais, durante un suo viaggio verso Ouro Preto, in Minas Gerais, si sarebbe dovuto fermare nel villaggio di Guaratinguetá. I pescatori del luogo avrebbero dovuto provvedere il cibo. Le canoe percorsero il fiume Parayba, ma non venne preso alcun pesce. Tornarono a casa, meno tre di loro – Domingo Martins, Juan Alves, Felipe Pedroso - che non si arresero, e all’alba del 12 ottobre 1717 si ritrovarono nella rete una piccola statua di terracotta, coperta di fango e decapitata. Ributtarono le reti e tirarono su la testa, una piccola palla di argilla nera. Sembrava l’immagine della Nostra Signora della Concezione. Stupore e sorpresa che aumentarono quando, gettate nuovamente le reti, a fatica le tirarono su per il gran numero di pesci che si erano impigliati. Prima di andare al mercato lasciarono la statua a casa di Felipe. La moglie la ripulì e incollò la testa.
La statua, alta neanche 40 cm e dal peso di poco più di 4 kg, divenne subito occasione di devozione e preghiera. Nel 1733, dalla casa in cui era, fu depositata in una nicchia di legno in un oratorio appositamente costruito. Il numero di pellegrini cresceva, cosicché il vicario della parrocchia fece costruire una cappella, inaugurata il 26 giugno 1745 con il nome di Nostra Signora Aparecida. È del 1834 l’inizio della costruzione di una basilica. Il 16 giugno del 1930 Pio XI proclamò Nostra Signora Aparecida come Regina e patrona del Brasile. Nel 1955 ebbe inizio la costruzione dell’attuale basilica, lunga 173 metri e larga 168, a forma di croce greca e che può contenere fino a 45.000 persone, consacrata il 4 luglio 1980 da Giovanni Paolo II.
La tradizione sostiene che la Madonna è nera perché vuole rimanere accanto agli oppressi, e in quell’inizio del XVIII secolo la schiavitù faceva dei neri un popolo di oppressi. E il fatto che si fosse fatta pescare spezzata ricordava la vita spezzata di chi viveva in schiavitù. Si dice che il primo miracolato fu uno schiavo nero, Zaccaria. Viveva in una piantagione di caffè e, non riuscendo più a sopportare la crudeltà dei suoi padroni, era scappato. Fu trovato in un bosco e trascinato per la strada. Davanti alla cappella della Madonna Aparecida, Zaccaria aveva domandato con fede e amore il suo aiuto e subito si erano schiuse le catene che portava alle mani e ai piedi. Di fronte a tale miracolo i suoi carcerieri lo lasciarono andare.

 

 

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