Fragile amicizia

Pubblicato il 20-12-2014

di Flaminia Morandi

di Flaminia Morandi – Se il 2 gennaio, subito dopo la Madre di Dio, ricorre la festa di due amici, l’amicizia deve essere davvero importante nella vita spirituale. Che amicizia è quella dei nostri due santi, san Basilio di Cesarea e san Gregorio di Nazianzio?

Icona di san Basilio di Cesarea e san Gregorio di NazianzioSiamo nel IV secolo, tempo di turbolenze teologiche e di definizione dei dogmi della fede. I due amici vengono entrambi dalla Cappadocia e insieme vanno a studiare ad Atene, ma hanno caratteri opposti.
Basilio concreto, alla ricerca di nuove forme di vita comune dove l’accoglienza ai poveri vada insieme alla contemplazione; Gregorio sensibile, influenzabile, ambizioso.
Basilio quasi freddo nelle lettere a Gregorio; Gregorio lirico quando parla della loro amicizia: “C’è una sola primavera tra le stagioni, un unico sole tra gli astri, un solo cielo che tutto avvolge, una sola voce che mi preme ascoltare: la tua!”. Oppure: “Abbiamo una sola anima in due corpi diversi e un’unica identità di vedute”: la comune esperienza di fede nel Cristo homoousios, consustanziale al Padre e nella potenza dello Spirito da cui entrambi sono stati avvolti e sedotti.

Trecentocinquanta anni dopo la resurrezione di Cristo, la fede è ancora emotiva e tumultuosa come un fiume in piena che trasporta acqua purissima e tanti detriti lasciati da vecchie mentalità e da culture estranee. La Chiesa, minacciata dall’eresia ariana che pretende Cristo solo uomo, ha bisogno della fede di Basilio: che diventa prete, ausiliario del vescovo, vescovo lui stesso a Cesarea, poi metropolita in Cappadocia. Il suo primo atto è moltiplicare gli episcopati e nominare Gregorio vescovo di Sasim. È la crisi: non solo ti servi di me come una pedina, scrive Gregorio, ma mi spedisci in un posto infame, in una stazione di carovane; mentre tu te ne stai nell’illustre sede di Cappadocia. Ma Gregorio rifiuta la nomina anche quando viene eletto vescovo nella sua città natale. Gli interessa solo infiammare le anime; va a Costantinopoli e fonda la cappella dell’Anastasis, Resurrezione, dove predica così bene da essere minacciato e malmenato da squadracce di ariani e pneumatomachi che negano la divinità dello Spirito Santo.

Quando l’imperatore Teodosio riesce finalmente a riunire un Concilio, il III, trionfano le dottrine elaborate da Basilio e Gregorio. Teodosio lo vuole subito vescovo di Costantinopoli: nella gerarchia, un grado superiore a Basilio. Ma Gregorio non può accettare senza prima consultare l’amico. è il loro ultimo contatto: Basilio muore poco dopo.

Ci ha messo del tempo il loro rapporto a liberarsi delle incrostazioni umane e a diventare un’amicizia spirituale, la cui radice è in Dio e i cui frutti sono l’amore del prossimo. La pazienza asciutta di Basilio ha accompagnato Gregorio a prendere coscienza che il suo sentimento fusionale non era di Cristo. La delicata sensibilità di Gregorio è servita a Basilio a concepire le sue regole monastiche ardenti di carità e di contemplazione. Dio è al centro della ruota della vita: più si ci avvicina al centro, più ci si avvicina all’altro. Più ci si stringe a Cristo, più si diventa amici, più si diventa fecondi, più l’amore per l’amico è lo stesso amore per Dio: e l’amicizia diventa vera, fedele ed eterna.



MINIMA – Rubrica di Nuovo Progetto

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