Eucarestia: una luce sul buio

Pubblicato il 16-06-2014

di Ernesto Olivero

Marcello Cerrato, Corpus Dominidi Ernesto Olivero – Il dono più grande che il Padre ci ha dato e che suo Figlio ci ha lasciato è l'eucarestia.

Con quanto semplicismo ci accostiamo all'eucarestia! Prendiamo il Corpo e il Sangue di Cristo e poi continuiamo la nostra vita come se niente fosse. Continuiamo a pensare come prima, ad agire come prima. Eppure se Cristo si lascia mangiare come un pezzo di pane è perché, a nostra volta, noi ci lasciamo mangiare dalla vita, dalle situazioni, dalle persone, ma con lui che dirige i nostri pensieri, le nostre azioni.
Se mangiamo Cristo, i fratelli devono poterci divorare sentendo, attraverso noi, il suo sapore.

È questo il tempo di ristabilire un clima di austerità nella nostra vita e forse, anche nelle nostre chiese, dovrebbe calare come una tenda sacra che ci richiami il mistero della Presenza di Dio.
Da ragazzo i miei padri spirituali mi insegnavano ad avvicinare questo mistero in punta di piedi; mi preparavano a questo incontro, mi accompagnavano perché non lo sprecassi.
Oggi in molti luoghi non è più così e in me nasce una grande nostalgia di ritornare alle origini.
Preghiamo perché sorgano maestri innamorati di Dio che ripredichino l'eucarestia, ripredichino il sacramento della riconciliazione.

Povertà e miseria ci assediano da ogni parte: dalla mancanza di cibo, alla mancanza di case, dalla scarsità di cure mediche alla mancanza di istruzione. L'elenco potrebbe essere lunghissimo. Eppure tante volte penso che, se dovessi stilare un elenco in ordine d'importanza, metterei in testa quella che per me è la più grande, disumana povertà: il non conoscere Dio.
Noi viviamo di giorno alla luce del sole e di notte al buio.
Nella luce godiamo del cielo limpido, restiamo incantati davanti a un paesaggio di neve, gustiamo lo splendore di un monte o della distesa del mare, contempliamo il mistero di una pietra.
Sappiamo dunque cosa vuol dire non poter vedere, non poter gioire di tutto ciò che esiste.
Chi non ha ancora conosciuto Dio è un uomo al buio.

La mia gioia più grande è parlare con lui, conoscere i suoi pensieri attraverso la Parola. Mi sento amato così come sono da lui che è Amore.
Mi è naturale, ogni momento libero, pregare e non riesco più a ricordare come passavo il mio tempo quando non conoscevo ancora la preghiera.
Quando vedo folle di giovani che si perdono dietro un cantante o dietro un pallone, penso sempre: chissà se hanno già conosciuto Dio?
Se lo conoscessero!
Ma in definitiva, cosa faccio io, cosa facciamo noi per farlo conoscere?

È vero che bisogna cercare per trovare, ma è altrettanto vero che bisogna creare le condizioni perché ci sia la ricerca.
Nella preghiera Dio si lascia incontrare perché la preghiera è un atto d'amore cui il Padre non resiste ed inizia il dialogo.
Ma chi non prega si ritrova come svuotato di ogni forza.
È tanto grande la gioia di essere a contatto con il Signore che dovrebbe essere per noi inderogabile l'impegno di aiutare gli altri a trovare Cristo nella loro vita.



da Nuovo Progetto (giugno 1994)

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