Una fede da concretizzare

Pubblicato il 11-08-2012

di dom Luciano Mendes

Per non riempire di mura e di divisioni, ma di speranza e di vita il mondo.

Disegno di un girotondo attorno al mondoL’intolleranza e la pretesa di possedere la verità non ci fanno capire gli altri, anzi spesso diventano persecuzione e tortura. Se restringiamo la visuale al mondo cristiano, hanno prodotto divisioni. La storia ci insegna che i seguaci di Gesù non sempre si sono comportati secondo il Vangelo, ma questo non impedisce che ogni momento possa essere per noi un’occasione per una profonda riflessione alla luce della fede: per cambiare la nostra vita, per cambiare il modo di vivere in questo mondo, per lottare affinché non ci sia questa terribile ingiustizia sociale, questa chiusura di cuore davanti alla povertà e alla sofferenza del mondo.
Dinanzi a fame, malattia, violenza, intolleranza, intransigenza, ingiustizie, inquinamento dei fiumi e delle foreste, aumento della temperatura terrestre, di fronte a tante sciagure che non sappiamo spiegare, non possiamo celebrare l’eucaristia e basta. È necessario capire, alla presenza del Signore, come concretizzare in modo nuovo la nostra fede in Gesù in modo da portare avanti il suo messaggio di vita e di speranza. Dobbiamo capire come impegnarci nella trasformazione di un mondo che vive tantissime violenze, ingiustizie, solitudini. Altrimenti, sembra che amore sia solo una parola, una poesia, un sogno piuttosto che una realtà.

La preghiera è insostituibile perché il Signore ci dia la gioia di essere sempre, unendo le nostre forze, donne e uomini che possano proclamare il messaggio di vita e di speranza di Gesù e arrivare ad una società solidale, ad un mondo che sia capace di condividere e non distruggere il creato che ci ha donato.
Noi abbiamo creduto che potevamo fare del mondo quello che ci piaceva, ma non è così. Il mondo è un dono di Dio, deve essere rispettato l’equilibrio della natura. Noi veramente dobbiamo lasciarci interpellare dalle voci che accusano le grandi nazioni di avere fatto della Micronesia, della Polinesia, di tante altre terre, depositi di detriti nucleari, con tanto pericolo per la gente, per i pesci, per la natura.

Bambini seduti su una grande bandiera della paceDobbiamo lasciarci commuovere dai milioni di abitanti del mondo che vivono nella paura di distruzioni ecologiche, di violenze, di conflitti, di guerre.
Dobbiamo sentirci corresponsabili di un cambiamento della nostra storia.
Una cosa è certa, di fronte a tanta speranza che c’è nel mondo, allo stesso tempo c’è tanta cattiveria. Un esempio: gli immigrati sembra vengano a disturbare la nostra sicurezza e la nostra tranquillità. Invece dovremmo ricordarci che il mondo Dio lo ha fatto per tutti, non solo per noi. Lui è Padre di tutti i popoli. Il Signore ci ha dato il mondo e noi invece di costruire case lo abbiamo riempito di mura che dividono. Il muro di Berlino è stato distrutto, ma continuiamo a costruire altri muri nel nostro modo di parlare, di giudicare, di escludere. Gesù è venuto a cambiare la vita del mondo dandoci la possibilità di amare. Amare non è una parola vuota, è un modo di vivere che noi possiamo anche non accettare, ma il prezzo è vivere nella tristezza, nella chiusura del cuore, nell’egoismo, nella solitudine. Chi accetta l’amore si apre, si fa capace di condivisione e gioisce quando vede che la vita fiorisce intorno a sé.

Il Signore ci dia la grazia di essere umili, costruttori di nuovi tempi per l’umanità, in modo che la nostra fede in Gesù Cristo sia tale da cambiare la nostra vita.

da NP 2009/09

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok