LA VOCE DI DIO

Pubblicato il 20-08-2013

di Alessandra Bizzarri

 Ho intrapreso la lettura dell'Antico Testamento a causa della lingua che l'ha ospitato per la prima volta, l'ebraico antico, mi ero incuriosito di questo idioma, volevo sapere com'era fatto il linguaggio che ha ospitato la Notizia.

... Erri de Luca
La Notizia, strepitosa e catastrofica, della presenza di un Dio solo, unico, nel Mediterraneo, si impianta proprio nel mare più abitato, più frequentato dagli altari degli idoli, sparsi su tutti i milioni di chilometri di coste, dedicati a tutte le possibili forme viventi ed immaginate, persino a quelle sconosciute, come il Dio Ignoto dei Greci.
Proprio in quel Mediterraneo, si veniva ad affermare la Notizia che erano tutte false, e che quel Dio che essa annunciava non era il presidente di tutte le divinità minori, ma il loro cancellatore, nessuna esclusa. Bene, quella Notizia così straordinaria, piantata nel posto più ostile alla sua rivelazione - chiunque di noi, se interpellato, avrebbe sconsigliato di passare proprio di lì, ma di solito il Dio della Rivelazione preferisce le vie più impervie, si piglia un profeta balbuziente, segue sempre consigli che noi non gli daremmo… -, si sceglie una lingua e un popolo incapace di proporla. Non sceglie un popolo forte, che può imporla di fatto con la forza delle armi, come i Romani o qualche Impero precedente, non sceglie neppure la magnifica letteratura greca, la più bella, la più ricca, quella che parlava di astronomia, di filosofia, di drammi e di canzoni. No, Egli la pianta nel Mediterraneo, in una lingua di poche parole, in un piccolo popolo di pastori e contadini che finisce poi per essere tradotto in schiavitù in Egitto.
Come mai? Che cosa avrà questa lingua per essere stata scelta come quella in cui si è formata la Rivelazione? Ecco la domanda che mi ponevo, e per darmi una risposta mi sono messo a studiarla. E così, frequentandola, cominciando a capirne qualcosa, ho trovato degli appigli per questa scelta di Dio: è una lingua che si è formata e forgiata proprio sotto quella Notizia: senza quella Notizia sarebbe scomparsa, come è successo a tante altre lingue semitiche.
E' una Notizia così violenta, così forte da cambiare i connotati, cominciando proprio dal testo scritto della Rivelazione. La frase ebraica, infatti, comincia con il verbo, il soggetto viene dopo: anche quando si tratta di Dio, il nome di Dio viene dopo il verbo che lo sceglie, che lo indica. Ad esempio, nella Genesi, il primo libro della Bibbia, la frase "In principio Dio creò", in ebraico è reso "Bereshit barak Elohim", "In principio creò Dio". La differenza non è semplicemente quella dello spostamento di luogo, del verbo e del soggetto, ma è la formazione della precedenza, il momento in cui quella divinità si rivela, agisce, interviene nella storia del mondo. E' inaudito da parte della divinità questo sforzo di riduzione e anche di selezione dell'ascolto, questo rivolgersi solo a quella minima parte che Lo può reggere, Lo può sopportare, Lo può trattenere. Quante volte abbiamo sentito dire che quando nella Scrittura si vedono il braccio di Dio, la mano di Dio, gli occhi di Dio, queste sono immagini antropomorfiche che lo scrivente usa per descrivere l'indescrivibile! Io non condivido questa spiegazione: gli occhi di Dio ecc., sono manifestazioni fisiche, le persone che vengono in contatto con quella manifestazione distinguono il dettaglio anatomico, è sempre una rivelazione di dettagli della Presenza di Dio. Ma il più magnifico di questi dettagli è la Parola, il "vaiomer" di Dio, il "dire" di Dio; il "e disse" di Dio è la più spettacolare di queste manifestazioni. Il Nuovo Testamento, che ammette, che crede che Dio si è incarnato in un Figlio, non ha difficoltà ad ammettere che Dio si è incarnato in una Parola; e che razza di 'dire' era quello? Nell'ebraico antico, il dire coincide con il fare; quando Dio dice "E sia la luce" (Gen 1,3) non dice queste parole a nessuno, e non lo sta dicendo al mondo, lo dice solo perché mentre lo dice, crea. Tutto il creato sta sotto la voce di Dio, sotto il vaiomer di Dio. Senza quella Voce, senza quelle Parole pronunciate da quella Voce, e non da un ticchio della volontà, niente esisterebbe. Egli usa quella Parola per creare, e questo è quello che succede dentro quella lingua.

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