Ghost in the shell
Pubblicato il 29-09-2018
Di Alessandro Del Gaudio - Tradotto in italiano come Squadra mobile corazzata d’attacco. In Italia i tipi della Star Comics l’avevano tradotto come Squadra Speciale Ghost. L’autore il grande Masamune Shirow, noto nel nostro Paese anche per Orion e Appleseed, ormai opere quasi introvabili. Il suo nome resta legato a questa serie, Ghost in the Shell, (classe 1989) portata sul grande schermo dall’impagabile regista Mamoru Oshii.
Il film d’animazione, abbastanza fedele al manga, ha per protagonista la bella Motoko Kusanagi, una donna robot pensante, un cyborg fornito di coscienza nella migliore tradizione del cyberpunk. In una megalopoli affollata, stregata e alienante, che ricalca molte città asiatiche, una squadra antiterroristica, la Sezione 9, deve fermare un temibile hacker, il Burattinaio, che riesce a controllare i massimi sistemi informatici di una società drogata di tecnologia, mettendo le macchine contro i loro stessi creatori. Motoko dovrà stanare il ricercato, un nemico che agisce nell’ombra e la cui identità resta un rompicapo che neanche i più abili investigatori sanno risolvere. Il Burattinaio sarà davvero il terribile criminale che viene dipinto?
Alla base del film diretto nel 2017 da Rupert Sanders, con Scarlett Johansson (foto) come protagonista, c’è proprio il controverso profilo del nemico, qui chiamato Kuze. Del fumetto e del successivo film animato vengono mantenute le atmosfere, alcune sequenze vengono conservate con fedeltà ammirevole, ma la trama viene stravolta abbastanza da far storcere il naso ai fan accaniti e anche a qualche cinefilo scafato a digiuno di manga e anime.
Alessandro Del Gaudio
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Rubrica di NP