Le sfide dei figli

Pubblicato il 26-09-2018

di Claudia

di Gabriella Delpero - Non basta avere un pennello per essere pittore, oppure una penna per essere scrittore. E può forse dirigere un’orchestra chi non conosce la musica? Allo stesso modo non basta generare per essere padri e madri. Non è sufficiente avere un figlio in casa per diventare educatori. Niente è automatico in questo campo.

“Credevo di poter dormire sonni tranquilli perché a mia figlia non è mai mancato niente, soprattutto l’affetto. Mi sono sempre sacrificata e data da fare perché avesse tutto ciò che desiderava e questo è il risultato!” sbotta tra le lacrime la mamma di Sofia, 15 anni, profitto scolastico disastroso, 7 in condotta ed ora anche una sospensione perché implicata in un odioso episodio di bullismo ai danni di una compagna in difficoltà.

I genitori di Gloria, invece, raccontano orgogliosamente che l’essersi opposti alla fermezza degli insegnanti che l’anno scorso volevano punire la ragazzina (14 anni) per aver falsificato un voto sul diario è stata una loro “rivincita”: entrambi pensano infatti che Gloria con quel gesto avesse voluto dimostrare di aver subìto un’ingiustizia da parte di una professoressa troppo severa, mostrando così grinta e chiarezza d’idee. Peccato che a volte la figlia sfoderi adesso la stessa grinta nei loro confronti e non più tardi della scorsa settimana abbia risposto alla madre che riteneva giusto uscire il sabato sera con chi voleva e senza alcun limite di orario e che era ora di finirla di chiederle cose assurde. Finale: figlia scomparsa ritrovata alle 4:00 in un parco, completamente ubriaca, in compagnia di alcuni ragazzi altrettanto sfatti.

La madre di Claudia – che di anni ne ha quasi 13 ed è molto carina – arriva invece sconvolta a chiedere aiuto: ha infatti letto per sbaglio un messaggio della figlia, che confidava ad un’amica di essere stata improvvisamente lasciata dal fidanzato diciassettenne con cui aveva accettato di “fare di tutto” pur di non essere abbandonata. La sua domanda è: è bene chiedere ai genitori del ragazzo di indurlo a tornare sulla sua decisione per evitare che Claudia cada nella più nera depressione, sentendosi fin d’ora rifiutata e fallita come donna?

Winnicott, celebre pediatra e psicoanalista britannico, scriveva che “dove c’è un ragazzo che lancia la sua sfida per crescere, là deve esserci un adulto pronto a raccoglierla”. Appunto, un adulto. Il termine adulto deriva dal latino adolesco, che significa cresco. Anche il termine adolescente deriva dallo stesso verbo, perciò vuol dire crescente, in fase di crescita. Quindi, se il ragazzo sta ancora crescendo, è necessario che l’adulto che gli sta accanto sia già “cresciuto”, cioè sufficientemente maturo, consapevole, solido. E capace di dare regole e mettere sponde invalicabili, insegnando ai figli a rispettare il prossimo, conoscere i propri limiti, non temere la fatica, assumersi le proprie responsabilità, non scendere a compromessi, puntare in alto. E tante, tante altre cose indispensabili a mantenere la barra del timone dritta in ogni circostanza.

I figli e i problemi che ci pongono sono insomma un’ottima occasione per ri-educarci, reinventarci, rispolverare valori trascurati, risvegliare sentimenti sopiti, riprendere con decisione percorsi interrotti. Lo scrittore Stefano Biavaschi lo conferma quando dice che “i figli sono chiodi che impediscono ai genitori di cadere nel baratro. Gridano il loro bisogno d’amore e così permettono a mamma e papà di intraprendere il loro cammino interiore”.

Gabriella Delpero
PSICHE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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