Per un nuovo cinema civile

Pubblicato il 30-04-2018

di Davide Bracco

di Davide Bracco - Oltre la notte, l’ultimo film del regista di origine turca candidato agli Oscar 2018.
Senza che se lo aspettasse, Katja vede la sua vita andare in frantumi: il marito e il figlio muoiono in seguito all’esplosione di una bomba nella comunità turcotedesca di Amburgo. La polizia arresta due sospetti, una giovane coppia neonazista. Katja ha sete di giustizia e per lei non c’è altra soluzione che meditare vendetta per la sua famiglia.

Questa in breve la storia di Oltre la notte, il nuovo film del regista tedesco di origine turca Fatih Akin candidato agli Oscar 2018 per la Germania. Una vicenda che ha dei risvolti quasi giornalistici nel suo intento evidente di riprendere ed analizzare una tematica contemporanea quale la recrudescenza xenofoba nei rapporti tra gruppi etnici all'interno della società occidentale.

Nel caso della Germania i neonazisti e la folta comunità turca comunque rappresentata da Akin senza una volontà manichea: la vittima infatti, lontana da un’apologia dell’innocente, non ha un passato irreprensibile coinvolto com'è in precedenti penali legati allo spaccio di droga.

Ma il film è anzitutto il racconto dell’odissea legale di Katja (interpretata dalla “tedeschissima” Diane Kruger già vista in tanti film USA e qui nuovamente alla prova in patria) nel suo tentativo di ottenere giustizia e successivamente vendetta nei confronti di coloro che le hanno portato via l’intera famiglia.

Akin compie con questo film una inversione di tendenza all'interno di una sua filmografia (La sposa turca, Soul Kitchen) costruita su commedie contemporanee di indubbio stile e sempre permeate da ironia e sentimentalismo.

Questo suo nuovo film invece sembra richiamarsi a quella tradizione di cinema di forte impegno civile capitanata negli scorsi decenni da Costa Gavras (Z, l’orgia del potere, il bellissimo Missing) e senza dimenticare Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli, una storia di vendetta ed esasperazione portata vanti da un padre (Alberto Sordi) in difesa del ricordo del figlio prematuramente scomparso.

Davide Bracco
AL CINE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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