Inclusione

Pubblicato il 10-02-2018

di Chiara Vitali

di Chiara Vitali - I piccoli possono fare cose grandi. L’impegno dei bambini e delle maestre premiato da Mattarella.

«Siamo un gruppo di insegnanti della classe terza A della scuola primaria Giovanni XXIII […]. Sentiamo il desiderio di portare alla Sua conoscenza una situazione particolare che viviamo quotidianamente nella nostra classe». Inizia con queste parole una lettera che da Bonate Sopra, in provincia di Bergamo, è arrivata nelle mani del Presidente della Repubblica.

Protagonista della storia è un rapporto speciale che si è creato tra i banchi di scuola. Nella terza A, infatti, c’è un bambino diversamente abile; ogni giorno, a turno, due bambini si siedono accanto a lui e «lo seguono, lo aiutano, lo sgridano quando c’è bisogno. All’intervallo la classe lo coinvolge in vari giochi e non è mai lasciato da solo».

Un susseguirsi di attenzioni del tutto spontaneo, voluto e organizzato prima di tutto dai bambini, che partecipano con gioia ai progressi del loro compagno di classe. Compagno che, a sua volta, insegna che la disabilità non impedisce di rendere felici gli altri. Prendersi cura e eguaglianza sono i promemoria con cui le maestre nutrono la classe.

Ne è nato un metodo di inclusione che funziona. L’impegno dei bambini è stato riconosciuto istituzionalmente: prima in un incontro con il Presidente della Provincia di Bergamo e poi, in risposta alla lettera delle insegnanti, con un invito al Quirinale in occasione della Giornata mondiale dei diritti dei bambini, lo scorso novembre.

Mattarella ha risposto alle domande dei bambini, ha dialogato con loro e ha sottolineato l’importanza del loro impegno quotidiano.

I piccoli possono fare cose grandi: i bambini della terza A lo dimostrano ogni giorno.

Chiara Vitali
PUNTI DI PACE

Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

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